martedì, dicembre 26, 2006

La prova definitiva

Per Giorgio Marini e tutti gli altri scettici, ecco a voi un videomessaggio che dovrebbe mettere a tacere ogni insinuazione.

Fifth è a New York City, e questa è la prova definitiva.



Quiz: cosa ha detto, esattamente, Fifth?

P, N, M, D & F

lunedì, dicembre 25, 2006

Paul & Nick featuring the Noris

A godersi il Natale della grande mela ci ha raggiunto la famiglia Nori al completo: Dany, Matt & Fifth.

Anche per loro non sono mancati i problemi con l'aereo, sembra impossibile, ma ormai ci sembra più facile sentire racconti di voli "complicati" piuttosto che tranquilli.
Sapevamo che la preoccupazione più grossa per Quinto e Daniela era il fatto di non conoscere la lingua, e per questo avevamo messo in conto di doverli accompagnare passo passo, insieme a Mattia. La prima scena che abbiamo visto, invece, è stata Fifth che contrattava con il tassista. Efficacissimo!!!
Nei primi giorni, camminando tanto, hanno visitato le mete più classiche e sono stati decisamente affascinati dalla città che, per quanto noi possiamo cercare di descrivervi, continua a stupire ogni visitatore. Il pezzo forte di queste giornate è stato sicuramente l'escursione al Top of the Rock che è un osservatorio un po' meno alto di quelli all'Empire State Building, ma forse ancora più suggestivo. La posizione migliore ed il fatto che sia stato completamente rinnovato l'anno scorso con giochi di luci e tanti altri particolari lo rendono veramente unico. Siamo saliti nel tardo pomeriggio e siamo rimasti lì fino a notte, godendoci tutto il tramoto e la città che cambiava colori ogni attimo.
Altro momento topico è stato il brunch domenicale. Dovevate vedere le facce dei Noris quando, pur avendo ordinato due uova, si vedevano portare un piatto stracolmo di cibo. Poi si è anche accesa una forte discussione fra chi sosteneva che sul French toast stesse meglio la banana e chi i frutti di bosco. Comunque tutti sono stati soddisfatti, e pare anche che, contrariamente a quanto si crede, il cibo americano non sia rimasto pesante a nessuno.

Oggi, giorno di Natale, abbiamo pranzato tutti insieme a casa nostra: lasagne con prosciutto e funghi, pollo, verdure grigliate e pandoro farcito al mascarpone.

Da domani è d'obbligo qualche visita ai maxi store in saldo.

P&N

Together forever

Come da miglior tradizione, la mattina di Natale, appena svegli, abbiamo scartato i pacchi e aperto i regali. Grazie a tutti: agli amici che ci hanno mandato l'album di fotografie/biglietti, a Bea e Daniele per la parure e il blocco, a Lory e Francy per l'angioletto, a tutti gli altri che hanno inviato "contributi economici" che si trasformeranno in regali nei prossimi giorni (SCONTI!!!) e a tutti quelli che ci hanno mandato lettere, cartoline, messaggi, e-mail...

GRAZIE!!!

Ora, oltre a tutto questo, i Brasini ed i Ferrari, ci hanno inviato due simpaticissimi pigiami in tema "Together forever" e pretendono che pubblichiamo la foto di due indossatori DOC.


P&N

domenica, dicembre 24, 2006

Merry Christmas!!!

Buon Natale, buon Natale a tutti!

Sapete, il Natale arriva davvero anche a New York! Nel momento in cui scriviamo voi vi sarete già scambiati gli auguri, a Sant'Egidio ci saranno già state la veglia e la Messa di mezzanotte, Babbo Natale avrà già portato tanti regali ai bimbi, e molti di loro staranno dormendo, in attesa di aprirli o usarli domattina.

Qualche ora fa, mentre eravamo sul ponte di Brooklyn e guardavamo Manhattan a bocca aperta (come sempre), abbiamo cominciato a pensare che la nostra Comunità stava per cominciare le celebrazioni natalizie... senza di noi. E poi ci siamo accorti che non solo voi eravate senza di noi, ma soprattutto noi siamo senza di voi! Fra poche ore andremo alla Messa di mezzanotte della nuova Parrocchia. Ci siamo inseriti, abbiamo un nuovo gruppo e facciamo altre esperienze (che molto raramente raccontiamo nel blog, perché non ci pare questo il mezzo più adatto), ma questa sera il nostro pensiero va a Cesena, a Sant'Egidio, alla nostra chiesa, alle persone che ci sono state oggi e a quelle che ci saranno domattina (e a tutti gli amici che si faranno "la doppia"). Il Natale è la festa del Signore che viene e si fa uomo per essere più vicino possibile a coloro che ama. Noi, purtroppo, oggi ci accorgiamo più del solito che siamo lontanissimi (fisicamente) dalla maggior parte delle persone a cui teniamo di più.

Per fortuna, però, noi non siamo soli, siamo famiglia, siamo in due, siamo insieme, e Gesù viene anche a New York City (speriamo che trovi posto). Ma c'è anche di più: siamo addirittura in cinque! Come alcuni di voi già sanno, infatti, Mattia, Daniela e Quinto (la "ex" famiglia di Nick) sono qui con noi. E domani, allora, si farà il pranzo di Natale con la famiglia allargata, secondo la tradizione, all'italiana! Nei prossimi giorni i dettagli.

Tanti auguri di cuore a tutti! Buon Natale!!!
P&N

P.S.: lo sappiamo, ultimamente abbiamo trascurato molto il blog, ma era perché stavamo preparando una sorpresa per voi, presto ci faremo perdonare!

venerdì, dicembre 15, 2006

Il Natale a casa nostra

Finalmente ce l'abbiamo fatta... l'albero e il presepe sono pronti!
Questo è il nostro primo Natale insieme, come famiglia e volevamo avere anche noi, anche nella nostra nuova casa un po' di addobbi natalizi. Volevamo avere un presepe, simbolo del Natale, e volevamo avere anche un albero, perchè a nostro avviso dà molta allegria alla casa. Abbiamo quindi girato un po' per trovare un alberello (finto ovviamente) che costasse poco, per gli addobbi siamo andati nel nostro negozio di fiducia dove hanno tutto a 99 cent e invece il capolavoro è stato il presepe, tutto realizzato da noi, senza comprare niente. Le statuine sono state realizzate da Nick con la "pasta di sale" e la capanna è stata realizzata da Paul con i rami raccolti per strada. Siamo molto orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare.

N&P

mercoledì, dicembre 13, 2006

Chi, io?

Ci era gia' capitato diverse volte di passare e vedere per strada set cinematografici. Si riconoscono perche' ci sono file di camion con la scritta "Hollywood" (e cosa se no?) che contengono i camerini e le attrezzature. E' divertente sbirciare in quelli aperti e notare l'enorme differenza fra i camerini dei protagonisti e quelli delle comparse! Un nostro amico il mese scorso ha anche visto Will Smith che registrava la scena di un inseguimento per strada (noi ce lo siamo persi per un pelo).

Ma questa mattina il set e' addirittura all'International House. Sono uscito per venire al lavoro e ho visto per strada la fila dei camion, e i cartelli con la scritta "set" che indicavano... me. Probabilmente stanno registrando dentro ad uno dei saloni, oppure nel cortile che da' sul Sakura park.

Io son venuto al lavoro, speriamo che Nick riesca a carpire altre informazioni. Vi terremo aggiornati.

P

venerdì, dicembre 08, 2006

Rabbrividiamo...

E' arrivato il grande freddo! Alcuni dicono che sara' ancora peggio a gennaio, ma a me una "percezione reale" di -15 basta e avanza. Non voglio neanche pensare al peggio!!!

P

martedì, dicembre 05, 2006

Son soddisfazioni

Ho appena scoperto che il nostro blog e' stato indicizzato nella "classifica" dei blog Italiani di Qix. Ho anche il forte sospetto che per venire indicizzati sia necesasrio richiederlo, quindi immagino di averlo chiesto io un po' di tempo fa e di averlo completamente dimenticato.

Il fatto e' che in classifica, ovviamente, siamo fra gli ultimi, alla posizione 2002 (ma siamo stati anche alla 1934), pero' abbiamo superato il blog di un premio Nobel per la letteratura! E scusate se e' poco!

P

(Va beh, ok, il premio Nobel a Dario Fo era quantomeno opinabile, comunque ormai l'ha preso, e noi gli stiamo davanti!)

domenica, dicembre 03, 2006

Le belle e le bestie

Se qualcosa può succedere, in una qualche parte del mondo, allora può succedere a Manhattan.
Colpiti dal meraviglioso gioco di luci, suoni e colori visto di fronte al Rockfeller Center, che abbiamo registrato in un filmato e postato per voi la settimana scorsa, oggi siamo partiti par fare un giro e vedere un'altra cosa del genere che fanno a Grand Central Terminal, una delle stazioni di interscambio di Manhattan. Il giro si è un po' allungato, dovevamo fare alcune altre cose, Nick ha preteso una lunga pausa al mercato natalizio di Union Square e alla fine ci siamo trovati a Times Square verso le 6, con un'ottima registrazione dello spettacolo di Grand Central Terminal (magari lo posteremo i prossimi giorni, ma non è bello come l'altro). E mentre eravamo lì di passaggio, Nick se ne esce con un "Perché non diamo un'occhiata se ci sono biglietti scontati per un musical di Broadway, magari un classico Disney?". Signori... c'erano!!! Non "un" classico, ma "il" classico: tre biglietti al 50% per "La bella e la bestia". Dico "tre biglietti" perché abbiamo subito telefonato a Christian che da Brooklin si è fiondato a Broadway per vedere lo spettacolo con noi. Ora, dovete sapere che questo musical è il più longevo attualmente rappresentato a Broadway, va in scena ogni giorno, ininterrottamente dal 1994, e un motivo c'è!

Prima della rappresentazione avevamo un'ora di tempo (già, i biglietti erano al 50% perché erano last-minute), quindi ci siamo fermati ad un fast food a mangiare qualcosa. Di fianco a Nick (la bella) si è seduto un soggetto incredibile (la bestia) che fischiava dietro ai camerieri, parlava da solo e mangiava in una maniera disgustosa. Perdonate la volgarità, ma Paul stava pensando "Ci manca solo che ora si giri e le faccia un rutto in faccia". Signori... l'ha fatto!!! Davvero! Non riuscivamo a crederci. Non siamo nemmeno riusciti ad arrabbiarci, quando questo, candidamente, ci ha detto "Ooops, sorry!". Non è stata una bella esperienza, no davvero, ma noi avevamo un asso nella manica, tre fantastici biglietti, quindi ci siamo alzati e siamo andati a goderci lo spettacolo.

Signori... che spettacolo!!! Certo, si sa, i musical sono sempre coinvolgenti, si sa, la Disney è una fabbrica di sogni impareggiabile, e, soprattutto, si sa, Broadway...
Ma per quanto ci potessimo aspettare prima, siamo rimasti a bocca aperta. Mai visto nulla di simile. Nemmeno il "Notre Dame" di Cocciante, nemmeno il "Forza venite gente" dei Pappafichi. Sono state tre ore in cui abbiamo vissuto tutti dentro la favola.

Tale as old as time
tune as old as song
Beauty and the Beast


P&N

sabato, dicembre 02, 2006

Registrati

Ve lo avevamo preannunciato in uno dei primissimi post, sapevamo che sarebbe successo, e alla fine in effetti non abbiamo resistito. Quella che vedete di fianco è una qualsiasi targa automobilistica dello stato di New York e quelli che vedete sotto sono i nostri nuovi portachiavi americani.



mercoledì, novembre 29, 2006

Paul & Nick featuring Marcy Bianchini

In questo caso abbiamo dovuto leggermente invertire l'ordine degli eventi, vi presentiamo prima il quarto ospite, perché il terzo è ancora qui. A dir la verità l'avete già visto, nelle fotografie della festa di compleanno di Paul ed anche nel video con i giochi di luci e colori (è lui il "mostro" che appare ad un certo punto). Era ora, però, di dedicare anche a lui, come agli altri ospiti, un post della serie "Paul & Nick featuring...". Ed eccoci qua, dunque, ecco a voi MARCY BIANCHINI:Marcy è un collega di dottorato di Paolo e in questo periodo sta studiando a Stanford, in California, sotto la guida del Prof. Cornell. Riguardo a quest'ultimo vi posso dire che la moglie è consulente della Casa Bianca per il rischio sismico ed il figlio ha vinto il premio Nobel per la fisica. Provate ad immaginare cosa può essere il capofamiglia...

Marcello si è preso una settimana di riposo dall'attività di ricerca ed è venuto a trovarci sulla East Coast in occasione della festa del Ringraziamento, che negli USA è la festa più importante dell'anno. Insieme a lui, per quanto abbiamo potuto, abbiamo trascorso giornate splendide, soprattutto all'insegna dello shopping. Marcy, infatti, aveva già visitato The City in passato ed in pochi giorni è tornato, prevalentemente da solo, sui luoghi che più gli erano piaciuti. Insieme a noi (e al terzo ospite di cui vi parleremo in seguito) ha trascorso la giornata del Ringraziamento. La mattina ci siamo svegliati abbastanza presto e siamo andati a vedere la Macy's Parade, una grandiosa parata che in qualche modo può ricordare i nostri carri di carnevale, ma che è caratterizzata soprattutto da enormi palloni gonfiati di elio. Purtroppo il tempo è stato molto inclemente, la giornata si è contraddistinta per una pioggia battente che certo non ha giovato alla visione della parata. Dal giorno dopo il Ringraziamento i negozi fanno una tre-giorni di sconti enormi, perché qui vogliono proprio che il dollaro giri e devono svuotare i negozi per allestirli per il Natale. Qui gli sconti sono consistenti e veri, per questo ci siamo scatenati, e abbiamo comprato tante cose che ci servivano a prezzi che in Italia non sarebbero nemmeno immaginabili. Siamo stati nei negozi di Times Square, da Macy's, da Saks, da Tiffany (in questi ultimi, nonostante gli sconti, abbiamo solo potuto guardare) ed in tanti altri store, ciascuno dei quali ci ha lasciato senza fiato sia per i prezzi, sia per la bellezza degli allestimenti e delle decorazioni.

E così, fra un cappotto ed un maglione, fra una festa di compleanno ed una parata del Ringraziamento, fra una nottata a parlare di affidabilità strutturale ed una discussione (lui e Paul sono cocciutissimi) la settimana con Marcy è volata. Certo, se quello "sveglione" non avesse prenotato il volo di ritorno per il sabato mattina, ma per la domenica sera, avremmo avuto due giorni in più, e la settimana sarebbe volata di meno.

P&N

P.S.: Marcello doveva venire qui a trovare Paul, invece, di fatto, si sono divertiti soprattutto lui e Nick a fare shopping. Ora, come minimo, deve venire un'amica della Nico a giocare a Magic con Paul per una settimana!

martedì, novembre 28, 2006

Fall Ball

Eravamo molto tesi: un ballo di gala richiede mooooolta preparazione.

Innanzitutto ci vuole l'abito giusto. Per Paul era più facile: vestito blu, camicia bianca e cravatta grigio perla (quella usata per il matrimonio, per intenderci). Ma per Nick era più dura: ci voleva un abito da sera, possibilmente corto, per non intralciare le danze. Con una mano sul cuore, allora, Paul l'ha portata da Macy's. All'inizio lei era molto restia, non riusciva a immaginarsi con addosso un vestito da sera. Inoltre, Macy's non aiuta, perché per ogni tipo di capo ha migliaia di diverse possibilità. Per i vestiti da sera da donna c'era un intero piano. Con molta fatica Nick ha accettato di provarne uno semplice, molto semplice, più semplice possibile, ma poi è stata la fine! Ci ha subito preso gusto e ne avrà provati, senza esagerare, una trentina diversi... Paul non ne poteva veramente più, e lei continuava a scoprire interi settori del negozio che non aveva ancora esplorato! Comunque, alla fine, siamo riusciti a portare a casa l'abitino.

In secondo luogo, in un ballo di gala bisogna ballare. Ora, per moltissime ragioni, non siamo ancora proprio bravi bravi bravi. Allora nell'ultima settimana, abbiamo deciso di specializzarci: meglio fare pochi balli decentemente, che piroettare per tutta la sera a caso. I nostri cavalli di battaglia, dunque, sono lo swing, il fox trot e il cha cha cha. Quando siamo arrivati nel salone del ballo non c'erano ancora moltissime coppie, e quelle che c'erano erano tutte bravissime. Infatti il ballo è aperto anche a chi non vive all'International House, e quindi nel tempo è diventato un evento mondano in cui i più bravi ballerini vengono a divertirsi. Allora abbiamo aspettato un po' di tempo, abbiamo bevuto un bicchiere di vino, la sala si è riempita e ci siamo lanciati! È anche andata benino! Siamo parecchio orgogliosi, e per il prossimo ballo, quello di San Valentino, saremo bravissmi!!!

L'unico problema è che Nick vorrà un abitino nuovo...

P&N

lunedì, novembre 27, 2006

Fortunata in amore...

L'International House ha vari abbonamenti per i teatri più belli di New York, quindi ci offre la possibilità di andare a vedere le rappresentazioni a prezzi scontati. La settimana scorsa, ad esempio, c'era la possibilità di andare a vedere la Tosca al Metropolitan Opera pagando solo 10$. Il problema è che di solito i biglietti disponibili sono pochi, quindi li assegnano ad estrazione fra le persone che si sono dette interessate. In questo caso, purtroppo, io sono stato estratto, ma la Nico no.
Sono andato, allora, da solo, anzi, col gruppo di ragazzi che vedete nella foto.

Il teatro è veramente bellissimo. E mi è piaciuta la "gestione newyorkese": alcuni posti ed alcune aree del teatro erano lussuosissime e per accedervi si pagavano migliaia di euro, ma anche a chi non ha tutti quei soldi veniva data la possibilità di vedere l'opera a partire da 15$, con posti ovviamente un po' meno belli, ma infinitamente migliori rispetto ai "loggioni" che ci sono in Italia (e che costano molto di più).

Non sono affatto un intenditore di opera lirica, ma sono stato per tre ore con gli occhi spalancati, lo spettacolo era davvero entusiasmante! E poi, volete mettere la soddisfazione: l'opera era in italiano, quindi finalmente erano gli altri che mi guardavano con invidia non capendo nulla di ciò che veniva cantato!

Non vedo l'ora di tornarci, ma questa volta con mia moglie!!!

P

sabato, novembre 25, 2006

Washington, DC

Siamo rimasti un po' indietro con il blog, e ci sono alcune cose che, anche se a distanza di tempo, vi vogliamo raccontare. Cominciamo da qui.

Sabato 11 novembre siamo andati a Washington, la città del presidente Bush e della White House. E' stato un po' un "tour de force", però è stata una bella gita e ne è valsa la pena.
La gita era oraganizzata dall'ufficio studenti stranieri della Columbia. Siamo partiti di buon mattino, e ad accompagnarci c'era, per fortuna, una guida italiana. Dico per fortuna non perchè mentre spiegava le cose non parlava italiano, ma quasi, era un inglese italianizzato e quindi anch'io, che come sapete faccio ancora un po' fatica, sono riuscita a capire qualcosa! Dopo quattro ore di pulman siamo arrivati e per prima cosa ci hanno portato a visitare il cimitero dei soldati americani. Quel sabato era anche il "Veterans Day" per cui c'era tanta gente e anche parecchie manifestazioni in ricordo dei soldati morti in guerra. Abbiamo ripreso poi il pulman e siamo andati al Lincoln memorial, dove c'è la famosissima statua del presidente seduto, ma soprattutto c'è l'enorme specchio d'acqua che vedete in questa foto. Vi ricorda qualcosa? È proprio quello del film "Forrest Gump", in cui Jenny corre mentre Forrest fa il discorso. Subito dopo siamo andati in visita alla White House, in cui non ci hanno fatto entrare perché era un po' in disordine. Davanti alla casa di Bush (e di tutti gli altri presidenti) ci sono (e ci sono sempre stati) manifestanti che ad ogni ora del giorno e della notte protestano contro qualche legge, qualche decisione o qualche scelta del potere. E Nessuno prova mai a disturbarli. È la Costituzione americana messa in pratica, quella che difende sempre e comunque la libertà di parola. Era anche divertente vedere persone con la maschera di Bush che lo prendevano in giro davanti a casa sua...
Alla fine siamo arrivati al National Mall, che è un lunghissimo e larghissimo viale, che va dal Capitol (il loro Parlamento) al monumento a George Washington, che è l'immenso obelisco che vedete nelle foto. Ai lati del viale ci sono un'infinità di edifici costruiti apposta per ospitare musei, da quello di scienze naturali a quello degli Indiani d'America, dall'orto botanico a quello di arte africana. Noi abbiamo passato molto tempo nel'"Air and space museum", in cui c'è tutta la storia dell'aviazione, dal primo aereo dei fratelli Wright, ai moduli lunari. In più in quei giorni c'era anche una mostra che raccoglieva le più belle immagini della Terra prese dal cielo, con aerei o satelliti, di cui hanno parlato anche molti giornali italiani. Successivamente abbiamo fatto una visitina alla National Gallery, e abbiamo visto molte opere, ed in particolare una di Leonardo Da Vinci. L'ultimo tempo che ci era rimasto l'abbiamo impiegato per passeggiare lungo il Mall e andare a vedere da vicino il Capitol, che di notte è veramente suggestivo.

In gita siamo stati con Josè, un ragazzo spagnolo che vive all'International House, con Filippo, che è un dotorando Italiano alla Columbia e con Alberto, che è spagnolo e collega di Filippo. Ci siamo divertiti moltissimo, e anche se il tempo è stato davvero troppo poco, ci siamo gustati un assaggio della grande capitale del Paese che ci sta ospitando.

N

P.S.: altre foto sono già da un po' su Flickr.

venerdì, novembre 24, 2006

Sorprese di Manhattan

Camminando sulla Fifth Avenue, può capitare all'improvviso di sentire una musica, non capire da dove venga, e accorgersi che...



P&N

martedì, novembre 21, 2006

Indovinate chi ho visto...

N

Happy birthday to Paul!!!

Ieri è stato il compleanno di Paolo e dopo varie peripezie, siamo comunque riusciti a fargli una festicciola. Il programma iniziale era quello di fargli una bella festa a sorpresa con gli amici di Bologna che sono qua a New York e i nuovi amici dell'International House e non. Per una serie di eventi il programma purtroppo è fallito. Con gli amici di Bologna avevamo poi pensato di "ripiegare" sull'Opera, infatti proprio ieri sera ci sarebbe stata la prima del Barbiere di Siviglia. La nostra solita fortuna ha voluto che non ci fossero più posti prenotabili, neanche in piedi! Ultima possibilità, andare a vedere un musical a Brodway, ma anche lì quelli che ci interessavano non erano in rappresentazione ieri sera. Non era proprio la nostra giornata!
Alla fine ci siamo inventati una festicciola a base di piadina, prosciutto, salame, patate, dolce, e vino per festeggiare Paolo. Ci siamo molto divertiti e ringrazio Marcello e Christian per l'aiuto.
TANTI AUGURI PAOLO!

N

P.S. Scusate la "candelina", sono tre ingegneri, ma non sono riusciti a fare di meglio!

mercoledì, novembre 15, 2006

"Take life seriously"

Non poteva non succedere: nel paese delle serie TV, da Desperate Housewives a Lost, da ER a Doctor House, da Friends a CSI, anche io sono diventato fan di una di queste. La serie prende nome dal protagonista, Dexter, che lavora alla scientifica del Miami Police Department. Nella vita privata, invece, Dexter è un... serial killer. Ora, voi direte, ma è possibile che gli americani facciano una serie in cui il protagonista è un serial killer? Sì, in America è possibile. E la mandano in onda in TV! Da noi il MOIGE scenderebbe in piazza il giorno dopo, qui invece sono già andate in onda sette puntate. E c'è di più: Dexter è un serial killer "buono", nel senso che il telespettatore si immedesima facilmente e alla fine è convinto che le persone che uccide "lo meritino". Credo che se avessi dei bambini che possono guardare cose del genere, sarei terrorizzato. Però non li ho! E a me piace tantissimo!!! Non vedo l'ora che sia domenica prossima, per vederne un'altra puntata.

La Nico è un po' preoccupata...

P

P.S.: a parte gli scherzi, è una serie veramente ben fatta, che mette in luce in maniera esplicita molti mali della società e porta a ragionarci sopra: la "necessità" di portare "maschere", le tare dovute a un'infanzia problematica, la difficoltà di accettare se stessi, gli sforzi necessari per rapportarsi con gli altri, la fiducia nella giustizia... All'inizio può non sembrare, ma è veramente un prodotto serio e ben confezionato.

giovedì, novembre 09, 2006

Princeton, NJ

Tutto quello che si vede nei film è vero, e noi adesso ci siamo, stiamo camminando per quelle strade, stiamo visitando proprio quei posti che avevamo visto solo nei film...

Venerdì abbiamo fatto una gita (o meglio per me è stata una gita, per Paolo anche lavoro) a Princeton, città famosa per la sua università e non tanto distante da Manhattan. Paolo doveva incontrare un professore col quale sta collaborando e così ne ho approfittato e l'ho accompagnato. Devo dire che la città è davvero incantevole... avete presente il film "A beautiful mind"? E' stato girato proprio lì e la città è esattamente così. La prima cosa che ci ha colpti appena siamo scesi dal treno è stata la calma e tranquillità (voi dirite, ci credo venendo da New York!!!). Sì, forse è anche che non siamo più abituati a passaggiare per strade silenziose e con poca gente, ma lì sembrava che la città fosse tutta per noi, che stesse aspettando proprio noi! E poi tutto questo verde e questi spazi aperti grandissimi e bellissimi. E, per riprendere il precedente post di Paolo, i colori degli alberi... mi sembrava di non averne mai visti di così belli!
La città non è tanto grande ed è quasi tutto campus dell'università. La mattina abbiamo fatto un giretto per queste bellissime vie, abbiamo fatto shopping nello store dell'università dove abbiamo comprato una felpa ricordo della città e alla mezza ci ha raggiunto il professore di Paolo che ci ha offerto il pranzo. Nel pomeriggio, mentre Paolo era impegnato, ho fatto un giretto da sola. La moglie del professore, molto carina, mi aveva indicato un paio di posti da visitare e così ho cominciato il mio tour. Ho visto la cappella degli studenti, in realtà è una Chiesa molto grande e bella. Mi aveva detto che ogni tanto ci fanno dei concerti con l'organo, ma ovviamente quel pomeriggio secondo me lo stavano accordando o mettendo a posto, perchè non era musica quella che ne usciva! Sono poi entrata in un museo d'arte, dove non c'erano opere particolarmente famose (confesso anche la mia ignoranza in materia), però si passava da arte antica a contemporanea, sculture e un reparto di ritrovamenti archeologigi greci, egizi... Siccome cominciava a rinfrescare, mi sono seduta ad un bar con un caffè e un pezzetto di "espresso brownie" (un loro dolce tipico molto buono). Dopo essermi riscaldata un po', ho continuato il mio percorso e ho visto, solo da fuori perchè non è aperta ai non studenti dell'università, la libreria, che sembrava essere davvero molto grande. Fortunatamente dopo un po' mi ha chiamato Paolo che era pronto per tornare a casa, perchè cominciavo ad essere un po' stanca.
E' stata una piacevole giornata e soprattutto è davvero affascinante passare dalla Grade Mela a queste piccole città.

N

Autumn in New York

Ho pensato spesso che intitolare così un film fosse per lo meno esagerato. In realtà devo ricredermi, e confessare che la città in questi giorni sta diventando davvero incantevole. Manhattan, nonostante la concentrazione ed i grattacieli, è un'isola in cui il verde non manca affatto, sapientemente farcita di viali, parchi e giardini. Nell'ultima settimana tutte le foglie hanno assunto i colori caldi dell'autunno, e camminare per le vie, nelle giornate ancora assolate che abbiamo a disposizione, con questa cornice cromatica e' un'esperienza indimenticabile. Certo, anche in Italia basta fare qualche chilometro, andare in campagna (e magari in collina) per restare sbalorditi dai paesaggi. Ma qui l'autunno entra in città, ed è un'altra cosa!

P

P.S.: certo, tanto per rompere la poesia, ci sono anche i contro: la nostra via è piena zeppa di Ginkgo biloba, chi ha orecchi per intendere...

giovedì, novembre 02, 2006

Romagna mia... senza di te non si può star


Grazie ancora a tutti quelli che ci mandano "gli alimenti" (nonna Mercedes, zia Carla, famiglia Nori, mamma Paola), ma questa volta ci vuole assolutamente una menzione speciale per Giacomo che è andato a raccogliere le castagne e ce le ha spedite, insieme a una magnifica letterina.

ZUM ZUM!

P&N

domenica, ottobre 29, 2006

Halloween time

Ebbene sì, sono finalmente arrivati anche i festeggiamenti di Halloween. In realtà abbiamo trovato una festa molto diversa da quella che viene vissuta in Italia, questa è molto più simile al Carnevale italiano che all'Halloween italiano. Qui, in realtà, si dà molta meno importanza al tema horror, serve solo per i gadget e le ambientazioni. Qui Halloween è la festa in cui i bambini corrono in strada per raccogliere caramelle e in cui tutti si travestono. Ma si travestono da qualsiasi cosa, da superman, da soldati, da farfalle etc., non solo da mostri. Ripeto, sostituisce in tutto e per tutto il nostro Carnevale. In Italia, probabilmente, viene accentuato l'aspetto della morte, della paura e dell'horror per differenziarla dal Carnevale (che invece qui non c'è).

Noi, però, abbiamo scoperto tutto questo un po' in ritardo, quindi la Nico si è travestita da strega, e io da zombie. Le mie foto le troverete solo su Flickr perché sono vietate ai minori e alle persone sensibili.

Ieri abbiamo girato per fare shopping e comprare qualcosa per mascrerarci, guidati dal nostro terzo ospite (presto il post specifico). Alla fine, però, abbiamo trovato il mio trucco e la mia mannaia in uno dei mitici negozi "99 cent" e il costume della Nico in un megastore che svendeva tutto per i ritardatari (o furbi) dell'ultimo momento. Così abbiamo speso pochissimo e il risultato è stato ottimo!!!

Ieri sera abbiamo partecipato alla festa mascherata dell'International House, e forse la settimana prossima prenderemo parte alla grande parata in costume per le vie di Manhattan.

Ciao a tutti e... happy halloween!

P

P.S.: alcuni ce lo hanno chiesto, quindi rispondo: siamo tornati all'ora solare anche qui, quindi la differenza di orario resta la stessa.

giovedì, ottobre 26, 2006

Fall fiesta 2006 [retroscena]

Sto per raccontarvi la cosa più divertente di tutta la serata, che Paolo ha volontariamente omesso nella cronaca.

Erano le 5.45, stavamo finendo di prepararci, ed eravamo un po' in ritardo, visto che il ritrovo era alle 6.00. Io ero in bagno che mi truccavo e Paolo aveva cominciato a vestirsi. Ad un certo punto dalla camera sento Paolo, con voce preoccupata, dire "Oh no, non entrano...!". All'inizio non ci ho dato troppo peso, ero indaffarata per le mie cose e non avevo tempo di stare dietro anche a lui. Ma quando mi si è presentato davanti con la vita dei pantaloni a metà coscia (eh si, più su di lì non andavano), non finivo più di ridere!
Le possibilità erano due: o Paolo in queste due settimane era ingrassato, oppure i pantaloni, al contrario di quello che sosteneva lui, non se li era provati.
Ok, e adesso... che fare? Mentre Paolo provava a tirarli su, anche solo di un centimetro, studiavamo insieme una soluzione alternativa. Andare a vedere se ne era rimasto un altro paio era troppo tardi. Mettersi un paio di calzoni normali, il vestito avrebbe perso la parte essenziale (sì, proprio il pizzo!!!). Alla fine, compromettendo la possibilità di crescita della nostra famiglia, Paolo è riuscito a tirarli su fino a chiudere la cerniera di due centimetri, abbiamo fermato il resto con una spilla da balia e abbiamo coperto il tutto con la camicia, la cintura e il poncho. A quel punto, però, una cosa sarebbe stata impossibile da fare... sedersi!

N

martedì, ottobre 24, 2006

Fall fiesta 2006 [cronaca]

Ok, abbiamo stuzzicato la vostra curiosità per un paio di giorni, ma adesso è ora di darvi un po' di risposte.

Circa un mese fa, fra le innumerevoli attività ed i tanti appuntamenti proposti dall'International House, è comparsa la "Fall fiesta". All'inizio non le avevamo dato particolare importanza, confondendola con una delle feste a tema che hanno luogo più volte a settimana, ma poi, grazie ai tanti cartelloni, agli avvisi, ai messaggi, abbiamo capito che era un'occasione più significativa delle altre. Sembrava proprio che l'organizzazione ci tenesse a metterla in particolare rilievo. In effetti si tratta di una tradizione nata nel lontano 1964 e giunta fino ad oggi, uno degli appuntamenti sociali più importanti dell'anno, perché ha lo scopo di far condividere ad ogni "inquilino" i colori, le danze ed i costumi del proprio paese d'origine con tutti gli altri ragazzi che vivono sotto lo stesso tetto. In particolare, ai partecipanti veniva richiesto di indossare un costume tradizionale della propria nazione. Per i tanti che, come noi, ne erano sprovvisti (per motivi logistici ovvi!) veniva offerta la possibilità di accedere alla raccolta di costumi scenici della compagnia di danza "All Nations". Essa aveva la caratteristica di essere composta da ballerini professionisti provenienti praticamente da ogni parte del mondo, di prediligere tournee internazionali e di andare in scena con costumi tradizionali meravigliosi. Quando, diversi anni fa, si è sciolta, ha donato all'International House tutti i suoi costumi, come segno di gratitudine per il fatto che quest'ultima ne è sempre stata la sede. Purtroppo non abbiamo trovato nessun costume italiano da uomo, e solo uno (bruttino) da donna. Allora, su indicazione delle assistenti, abbiamo optato per costumi stranieri, con l'impegno di fare una ricerca per impararne l'origine, le caratteristiche e la storia. E così, siamo diventati un Gaucho argentino e una messicana di Veracruz (come sempre, cliccare sulle foto per ingrandirle, e visitare il resto su Flickr).

Alla cena in Parrocchia, per qualche motivo, siamo giunti a parlarne e Derek, da un capo all'altro della tavolata ha chiesto a Paolo se veramente avesse preso un costume. Paolo, con molta tranquillità, gli ha risposto che sarebbe stato una specie di cow-boy argentino. In quell'istante tutti hanno taciuto, e poi sono scoppiati a ridere, chiedendo continuamente "An Argentinian cow- boy?!?! Are you serious?". Da lì abbiamo cominciato a chiederci chi ce lo avesse fatto fare. Col passare del tempo tutte le persone che venivano a sapere del costume da Argentinian cow- boy ridevano e prendevano in giro. Più tardi abbiamo scoperto che molte di queste erano andate a vedere se ne fossero rimasti altri uguali, ma solo i due più veloci si sono potuti unire alla banda. Alcune volte, di fronte a coloro che ridevano di noi, ci era venuta voglia di rinunciare, ma la verità è che tenevamo troppo a entrare a far parte della storia dell'Iternational House. Avevamo finalmente capito, infatti, da dove venissero le foto di gruppi di persone in costume, con un anno scritto sotto, appese lungo tutti i corridoi della zone comuni della residenza. Volevamo a tutti i costi esserci anche noi!

Non vi abbiamo ancora detto la cosa più bella, ma andiamo con ordine, e descriviamo la giornata di sabato. Alle 6PM, tutti coloro che avevano un costume erano convocati per una lunghissima sessione di foto, con tanto di set fotografico e fotografi professionisti. Prima hanno fatto a ciascuno una serie di foto singole, poi hanno cominciato con i gruppi per continenti, e infine il gruppone completo. Nel frattempo ci hanno offerto un buffet. Ciascuno poteva invitare amici, che mentre noi stavamo in posa, sono andati a prendere posto nel teatro dell'International House. Dopo due ore di foto, anche noi siamo andati a sederci nei nostri posti riservati. Un numeroso gruppo di volontari, ballerini professionisti e non che vivono all'IH ci hanno offerto uno spettacolo composto da una serie di danze tipiche delle varie Nazioni del mondo, dal Sirtaki alla Salsa, dalle danze africane a quelle persiane. Dopodichè è arrivato il momento clou, era anche il nostro turno. Tutti coloro che indossavano un costume sono andati sul palco per la grande sfilata, il "Fashion show". Siamo stati chiamati singolarmente, o a gruppi (Paolo con i tre "Gauchos" e la Nico con le Messicane), e il solito HR ha letto le descrizioni di ogni vestito che erano risultate dalle nostre ricerche, intercalate da battute e commenti.

È stata una serata molto divertente, sicuramente diversa dal solito ed interessante. Abbiamo avuto modo di conoscere altri ragazzi, e assaporare un po' di altre culture. E, ciò che più conta, per sempre gli studenti di tutto il mondo che verranno a NY, vedranno che nel 2006 ci sono stati un Gaucho ed una Messicana, col sorriso romagnolo.

Ora, però, abbiamo questo dubbio. Se è vero che una decina di anni fa, per puro caso, abbiamo sfilato insieme vestiti da sposo e sposa, e siamo andati a finire così, cosa ci aspetta per il futuro...?

P&N

sabato, ottobre 21, 2006

"Ok, se lo dici tu..."

Alcuni compagni di corso della Nico le avevano detto che oggi da Macy's ci sarebbero stati sconti impressionanti, con un mucchio di vestiti addirittura a solo 1$. Hanno detto che il grande magazzino avrebbe aperto alle 6am, e che la gente avrebbe fatto la fila fuori dalle 5am. Ci abbiamo creduto e ci siamo andati (con comodo). In effetti i prezzi erano buoni, ma niente di simile a ciò che ci avevano descritto. Allora la Nico ha cominciato a dire che dobbiamo stare attenti a spendere, che non possiamo permetterci quelle cose, che adesso spendiamo tanto nell'affitto e lavoro solo io, che non possiamo comportarci come se fossimo in Italia... Io le ho risposto che, in effetti, in questo periodo le spese sono tante, e l'assenza del suo stipendio è significativa, ma che in fondo avevamo previsto tutto, che avevamo accantonato apposta, che possiamo continuare a vivere come facevamo prima, senza sciupare, ma senza angoscia, e altre cose di questo tipo.

Devo essere stato molto convincente...

P

mercoledì, ottobre 11, 2006

Tutto bene

Per evitare che arrivino un mare di lettere, messaggi etc., dico subito che non abbiamo avuto nessun tipo di coinvolgimento nell'incidente di oggi. L'aereo non è caduto vicino a casa nostra, né alla Columbia.
P

2 mesi (solo alcuni pensieri)

Sono già passati due mesi da quando siamo partiti dalla nostra città e da tutti voi, e siamo sbarcati in "terra americana". Anche se non l'avrei mai detto, sono felice di aver avuto questa occasione...
Sarebbe andata bene lo stesso, rimanere nella città dove siamo nati e cresciuti, con le nostre famiglie, i nostri amici, la nostra comunità, i nostri lavori, ma a niente e a nessuno avremmo saputo dare il vero valore... è proprio vero che sai apprezzare di più le cose quando ti vengono a mancare (fortunatamente per noi è solo una condizione temporanea).
E poi essere venuti qua mi ha aperto molto gli occhi su come gira il mondo e la conclusione è che... SIAMO DAVVERO FORTUNATI!
A me sembrava un'avventura da eroi andare un anno in America, ma qua stiamo incontrando persone che sono abituate a farlo fin da molto giovani. Per andare all'università non si spostano di un centinaio di chilometri, ma da uno stato all'altro, e per loro questo è normale.
E poi ancora, in questi mesi di corso ho avuto modo di conoscere persone che per guadagnare un po' di soldi per riuscire a mantenere le loro famiglie, partono, la maggior parte delle volte da soli, e vanno dove c'è più lavoro (anche qui si parla di trasferimenti da uno stato ad un altro). Lasciano le loro famiglie, mogli, figli, nella città di origine e non li vedono anche per più anni.
E' bello conoscere mondi diversi da quello che siamo abituati a vedere. E' bello incontrare persone che ti sanno raccontare cose diverse da quelle che sei abituato a vivere. E' importante aprire gli occhi...
N

domenica, ottobre 08, 2006

Viva l'Italia!

Domani l'America festeggia il Columbus Day, e anche sua maestà l'Empire state Building si è vestito del tricolore. Con questa immagine patriottica è finito il nostro week-end, ma andiamo con ordine, e cominciamo dall'inizio.

Ieri pomeriggio siamo andati, finalmente, al Metropolitan. Per farlo ci siamo aggregati ad una gita organizzata dall'International House; in questo modo una ragazza che praticamente "ci vive" ci ha dato alcune buone dritte. La più utile in termini economici è stata farci notare che i prezzi al pubblico dei biglietti sono solo "suggeriti", ma in realtà si entra a offerta libera, e tutti gli studenti versano solo qualche spiccio. Inoltre, ci ha fatto sapere che, anche se non è scritto da nessuna parte, gli studenti della Columbia entrano automaticamente gratis, mostrando la tessera. In questo modo, anziché pagare 20$ a testa, io e la Nico siamo entrati con un dollaro in due. L'aspetto che ci ha colpito di più è stata la varietà delle opere esposte. Noi italiani siamo abituati a musei veramente impressionanti, come qualità e quantità, ma non avevamo mai visto nulla paragonabile al Met in termini di varietà. Si passa da Renoir ad una collezione sterminata di armature medievali, dal Kouros, alle installazioni di avanguardia, dai reperti greci, alla ricostruzione di ambienti tipici cinesi per poterne vivere il culto della casa. Abbiamo potuto approfittare anche di una visita guidata, infatti ce ne sono di gratuite ad orari stabiliti per tutta la giornata e con percorsi differenziati. Noi abbiamo seguito il tour degli "highlights" del museo. A dire la verità, ci è sembrato che non possiedano veramente tantissime opere di quelle che non possono mancare in ogni libro di storia dell'arte (per questo contiamo di più sul MOMA) ma amici più esperti ci hanno garantito che vagando con più calma per le mille sale del museo, si possono avere sorprese molto interessanti. Abbiamo anche apprezzato il tentativo di creare ambientazioni all'interno del museo: in Europa i musei sono solitamente ospitati in meravigliosi palazzi antichi che non possono essere modificati, qui non hanno la stessa fortuna, ma hanno il vantaggio di poter modificare gli interni per renderli più adatti possibile al contenuto. Per questo le varie aree del museo sono allestite in maniera consona alla provenienza delle opere che vi sono esposte, e ciò spesso è molto suggestivo.

Dopo il museo, abbiamo raggiunto gli altri ragazzi della Parrocchia per una cena nella canonica. La cena è stata molto piacevole, ed è stata caratterizzata da due importanti rivelazioni. La prima riguarda Paolo ed ha saputo sorprendere e far morir dal ridere tutti gli altri, ma ancora non possiamo rendervene partecipi, dovrete stare sulle spine ancora un paio di settimane prima di prenderlo in giro anche voi! La seconda, invece, riguarda la Nico: tutti, dopo la cena, parlavano fra di loro, e si raccontavano a vicenda quanto fosse buona la cheese-cake. Solo dopo un po', abbiamo capito che la "cheese-cake" in questione, era in realtà la torta che aveva portato la Nico. Anche in questo caso, senza nemmeno rendercene conto, li abbiamo sfidati sul loro campo... e li abbiamo stracciati!

Oggi, ci siamo svegliati e ci siamo accorti che era veramente una giornata magnifica Abbiamo quindi mandato all'aria tutti i programmi che avevamo e dopo la Messa ci siamo catapultati al mare, anzi, all'Oceano! Siamo andati a Long Beach, ci siamo riposati, abbiamo visto tante casine che farebbero gola alla Gio', tanti surfisti, tanti gabbiani (non come i nostri, come quelli che si vedono nei cartoni Disney) e abbiamo pensato con un bel po' di nostalgia che al di là di tutta quell'acqua c'è l'Europa...
Durante il viaggio di ritorno, ci siamo accorti che l'Empire ci faceva onore, allora abbiamo fatto tappa per un paio di foto. Domani, infatti, è l'anniversario dell'approdo delle tre caravelle, ed è quasi una festa nazionale. Probabilmente ci sarà anche una parata e cercheremo di prendervi parte (lavoro permettendo). La Nico starà a casa, perché la sua scuola è chiusa.

E voi cosa avete fatto questo week-end? Sapete che i blog vivono più dei commenti che dei post? Perché non ci raccontate un po' quello che fate?

Ciao a tutti,
P&N

venerdì, ottobre 06, 2006

Che pacco!

L'altro giorno abbiamo trovato un avviso che ci chiedeva di passare a ritirare un pacco che era stato consegnato per noi il giorno prima. L'avviso metteva una certa premura, e non riuscivo a capire perché, visto che il pacco era arrivato solo il giorno prima, e non ci avevano mai fatto storie per pacchi che avevamo ritirato solo dopo alcuni giorni. Comunque, per evitare problemi, sono andato alla "mail room" la mattina seguente, prima di andare in Facoltà. Purtroppo quel giorno ero un po' in ritardo, e quindi sono arrivato di sotto solo alle 9.00. Ho aperto la nostra cassetta postale, ci ho trovato la cedola per ritirare il pacco e l'ho fatta vedere all'addetto. Questo si è fatto subito serio e mi ha chiesto un documento, ma io avevo lasciato il portafogli in camera. Speravo che l'addetto sorvolasse (anche in considerazione del fatto che non ci avevano mai chiesto i documenti prima per ritirare i pacchi), ma non è stato così, sono dovuto tornare in camera, prendere il portafogli, tornare giù e fargli vedere il documento. Decisamente controvoglia, a quel punto il ragazzo è andato a prendere il pacco, me lo ha porto e mi ha fatto capire che dovevo andarmene in fretta per permettergli di servire un'altra ragazza. A quel punto mi sono avviato verso l'ufficio e, distrattamente, ho aperto il pacco per strada. Proprio mentre lo facevo, mi sono accorto che le poste americane avevano rivestito il pacco italiano con un sacchetto trasparente, perché dalla busta usciva della polvere bianca. Purtroppo le mani sono state più veloci della mente, e mi sono trovato in una nuvola bianca. A quel punto ho sentito che un ragazzo che camminava nella direzione opposta alla mia ha cominciato a fare urletti divertiti. Per far buon viso a cattivo gioco, ho alzato gli occhi e gli ho sorriso, ma ho capito subito di aver fatto un secondo errore! Guardando l'espressione che ha fatto dopo il mio sorriso, ho dedotto facilmente che gli urletti non erano dovuti alla mia ridicola e divertente situazione... mi è venuto incontro e ha cominciato a dirmi "You are sweet! You are so sexy!!!", intervallando il tutto con altri gridolini di giubilo. Io ho preferito non rispondere, ho impugnato bene il pacco, noncurante della polvere, e mi sono avviato deciso verso il Dipartimento. Per strada ho ripensato alla vicenda del pacco e ho immaginato che alla "Mail room" avessero potuto pensare che fossi un maldestro trafficante di droga, e volessero lavarsene le mani il prima possibile, ma mi sembrava tutto un po' troppo ingenuo. Manuel, poi, mi ha invece spiegato che probabilmente avevano paura che si trattasse di antrace: qui è una fobia molto diffusa. In realtà, a pranzo, ho aperto per bene il pacco insieme alla Nico, e abbiamo scoperto che si trattava di una derrata di fecola, vanillina e lievito, con in più una foto della famiglia Nori. Purtroppo nel viaggio i deboli sacchetti di fecola erano esplosi, ed in più il pacco era stato trafitto da qualcosa, quindi la foto era bucata e la fecola era fuoriuscita anche dall'involucro esterno.

Certo, è stato un modo "originale" per iniziare la giornata!
Colgo l'occasione per ringraziare, anche a nome della Nico, tutti coloro che ci hanno mandato pacchi, cartoline e lettere. È un altro modo bellissimo per farci sentire la vostra vicinanza!
P

Nuovo quiz

Visto che in molti si erano appassionati al primo, proponiamo un
nuovo video-indovinello.



P&N

Finalmente shopping

E' arrivato finalmente il fatidico giorno... sabato è stata davvero una bella giornata!!!
Nel pomeriggio siamo partiti, sempre col nostro bus, e abbiamo percorso la solita Brodway. Questa volta l'intento era prendere informazioni in merito alle varie compagnie telefoniche e le varie tariffe per i cellulari. Abbiamo girato un paio di negozi, ma nessuno di questi ci ha soddisfatto. Ci era quindi passata la voglia ed è stato lì che ho colto la palla al balzo ed ho proposto a Paolo di andare al Levi's store (l'avevamo già visto in una delle passeggiate con Frank, ma l'avevamo visitato un po' in fretta e io volevo ritornarci). Abbiamo quindi preso la metro e siamo arrivati al Greenwich Village. Il negozio non è grande, ma la cosa che ti lascia veramente a bocca aperta sono i prezzi... i jeans costano la metà!!! Un'altra cosa che ci ha lasciati piacevolmente colpiti, sono state le commesse... erano gentili! Dovete sapere che qua ci stiamo trovando davvero male ad andare nei negozi perchè le commesse sono di una antipatia mai vista: non ti rispondono, fanno finta di non vederti o sentirti, sono sempre scocciate. Noi siamo davvero sconvotli da questa cosa; in Italia non sono così, o perlomeno non te lo fanno vedere, altrimenti le licenzierebbero subito! C'era veramente una gran confusione, era pieno di gente, soprattutto di italiani, che si fanno sempre riconoscere! Alla fine, dopo essermi provata due o tre paia di jeans dei quali non sono stata pienamente soddisfatta, ho comprato solo un giubbotto di jeans. Ma non finisce qui... quella via era piena di negozietti carini e centri commerciali... ce li siamo girati quasi tutti, in quelli in cui non siamo riusciti ad andare, conto di ritornarci presto!Poco dopo il Levi's store, c'era un altro negozietto e anche quello vendeva jeans della Levi's, tra l'altro a prezzi ancora più bassi. Io ho comprato un paio di jeans e sono riuscita a farlo comprare anche a Paolo! Siamo arrivati fino all'East Village e abbiamo cenato al BBQ (ti ricorda qualcosa Frank?!). Abbiamo ordinato un cheesburger deluxe: ci è arrivato un panino enorme con un hamburger altrettando enorme, con formaggio sopra, insalata, pomodori, cipolla, cetrioli e patatine fritte... pensavo di scoppiare! Anche se eravamo già abbastanza stanchi, per smaltire la cena abbiamo deciso di fare ancora due passi. Siamo arrivati alla Union Square, la piazza principale di questo quartiere, dove un venditore di giornali ci ha attaccato la pezza perchè voleva assolutamente che gliene comprassimo uno o comunque gli dessimo un po' di soldi, poi ha saputo che siamo Italiani e ha cominciato a prenderci in giro per il rigore nella partita della nazionale contro l'Australia e diceva "Quell'arbitro è ricco..."! Il parco all'interno della Union Square divenne famoso per gli oratori della domenica e fu poi centro di incontro per i disoccupanti durante la depressione, prima di marciare verso il municipio. Ora in alcuni giorni c'è un carino mercato ortofrutticolo. Abbiamo camminato ancora fino ad arrivare alla Madison Square; il suo giardino, il Madison Square Garden, fu un popolare centro di divertimenti dopo la guerra civile. Qui attorno ci sono anche alcuni dei grattacieli e compagnie di assicurazione più famose, come il Flatiron Building, New York Life Insurance e Metropolitan Life Insurance Company. A questo punto era ora di tornare a casa, perchè le gambe non mi reggevano più!

Domenica è stata una giornata tranquilla. La mattina siamo andati Messa e finita la funzione ci hanno offerto un break con caffè, the, biscotti e tortine. Abbiamo chiaccherato un po' con Emanuele e la sorella Francesca, due ragazzi di Roma, lui starà a studiare qua per 2 anni, mentre lei è solo in visita per 2 mesi, e con Laura, che era senza il marito Derek questa volta. Io ho un po' avuto la mia piccola "vendetta" (in senso buono), perchè questa volta era lei l'unica a non capire (noi quattro parlavamo molto in italiano)!!! Dopo pranzo abbiamo fatto una passeggiata per la Brodway (questa volta con le nostre gambe e non col bus). E' davvero una bella via! Abbiamo cercato altre informazioni sui cellulari, abbiamo mangiato un gelato e poi siamo tornati a casa. La serata per me è finita con una clamorosa sconfitta a Pinnacolo... Paolo ha davvero una fortuna sfacciata a carte... stavamo pensando di fare un giretto a Las Vegas!

N

venerdì, settembre 29, 2006

Dagli Appennini alle Ande

Mercoledì è stata un'altra giornata particolare perché abbiamo avuto il primo ospite straniero a pranzo. Dobbiamo dire "straniero" e non "americano" perché Manuel viene dal Peru, ha fatto tappa alcuni anni in California, ha trovato una ragazza del Connecticut, e sono finiti a vivere a New York City. Manuel J. Miranda è il compagno di ufficio di Paolo (forse lontano parente di Stefano D. Miranda). La Nico era preoccupatissima perché voleva fare bella figura ed indovinare i gusti dell'ospite. Dopo molti giorni di discussione interna, la scelta del menù è caduta su
  • pasta al pomodoro con melanzane, il tutto gratinato al forno con la mozzarella (Kraft, quella vera!!!)
  • cotolette (che Manuel chiama "Chicken Milanese")
  • patate lesse (con italian o ranch dressing a scelta)
  • crostata
  • caffè
Niente di specialissimo, ma tutto di ottima qualità, e l'ospite sembra aver gradito molto. Fra pizza, piadina, crescioni, crostini, tagliatelle, strozzapreti e dolci, la Nico sta diventando una cuoca perfetta, ed ha testualmente dichiarato che "l'obiettivo è la zia Mary".

N&P

Bake sale

Lunedì è stata una giornata di svolta per me.
Cominciamo dall'inizio: nella nostra nuova Parrocchia, un po' di settimane fa, avevamo conosciuto una signora italiana, Paola, che abita a New York ormai da vent'anni con marito e due figli. Paola è la responsabile locale della Comunità di S.Egidio e ci ha subito invitato a partecipare al loro momento di preghiera che fanno tutti i martedì alle 6.30 p.m. e alle loro iniziative. Lei è stata subito molto simpatica e carina con noi e, a parte la paura per la lingua, avevo pensato di partecipare alle loro attività.
Proprio questo lunedì, la comunità aveva organizzato, come tutti gli anni, un bake sale (bancarella di dolci) nel mezzo del campus della Columbia per sostenere il Dream Project, cioè un progetto per la prevenzione della trasmissione dell'AIDS dalle madri ai figli in Africa.
Dopo il mio corso di inglese, sono quindi andata al campus della Columbia, dove ho trovato Paola, il matiro Andrea, e Carol (un'altra signora davvero molto gentile con me e Paolo, tanto che si sta preoccupando di trovarmi un altro corso di inglese, possibilmente gratuito) che stavano allestendo i tavoli con i dolci. C'erano davvero un sacco di torte e biscotti, tutti fatti a mano dalle persone della Parrocchia o che fanno parte della Comunità S.Egidio che avevano voluto contribuire. Finito di allestire, Carol e Andrea sono dovuti andare via, quindi per quasi tutta la mattina siamo rimaste solo io e Paola. Ho dovuto imparare tutti i nomi dei vari dolci e tutti i diversi prezzi. All'inizio... che confusione... ogni volta che si avvicinava qualcuno alla bancarella, speravo che si dirigessero verso Paola. Dopo un po' avevo imparato le domande e le risposte più facili (che cos'è, quanto costa...), ma se qualcuno chiedeva qualcosa fuori da queste... panico! E poi quando dovevo spiegare chi eravamo e qual era il progetto, non vi dico le prime volte cosa usciva dalla mia bocca! Paola mi ha sempre aiutato molto, ma mi ha anche lasciato fare, perchè dice che la pratica è il modo migliore per imparare la lingua. Il pomeriggio sono tornata e, assieme a me, anche dei rinforzi. Così ho avuto modo di conoscere anche altre persone che fanno parte della Comunità e sono davvero tutte simpatiche e carine. Il bake sale è andato molto bene, abbiamo raccolto parecchi soldi e per me è stata davvero una giornata fantastica. Mi sono divertita, ho fatto un po' di pratica in inglese (adesso so tutti i nomi dei dolci americani!), ho fatto qualcosa di utile (e mi sono sentita utile) e ho fatto nuove amicizie. Sono davvero contenta!
Il martedì sono andata al loro incontro in Parrocchia. E' una specie di Liturgia dei Vespri, con canti, un Salmo, una lettura, un breve commento e il Magnificat. E' davvero bello aver trovato un gruppo.

N

Giungla metropolitana

Un saluto a tutti quelli che ci seguono così assiduamente. Scusate se è un po' che non ci facciamo sentire, ma ultimamente gli impegni sono aumentati.
Comunque eccomi qua, a raccontarvi del nostro scorso weekend e di questa bella settimana (se non ci penso io ad aggiornare questo blog...).

Come da due o tre sabati a questa parte, io ero partita con l'idea di andare a fare un po' di shopping, poi ovviamente veniamo presi dalle tante e belle cose che vediamo camminando per New York, e finisce che torno a casa a mani vuote!
Sabato scorso era cominciata bene, infatti abbiamo preso il bus e abbiamo percorso la Brodway fino a quando non abbiamo visto un negozio molto grande di abbigliamento e ho deciso che quella doveva essere la nostra prima fermata (con grande gioia di Paolo!).
Il negozio era davvero grande e con abbigliamento un po' di tutti i tipi e prezzi. Era un outlet, con anche cose di marca a prezzi stracciati (mi sono provata un paio di vestitini da sera molto carini, magari torno e li compro per le prossime serate di gala). Non ho trovato quello che cercavo, così siamo usciti e come meta avevo il prossimo negozio (sulla Brodway ce ne sono davvero un sacco). Invece Paolo si è accorto che eravamo vicino al Museo di Scienze Naturali di New York e voleva andare a dare un'occhiata. Così ci siamo allontanati dalla Brodway e ovviamente non ci siamo più tornati...
Il museo sembra davvero molto grande da fuori, e abbiamo deciso che prossimamente andremo a visitarlo. A quel punto eravamo proprio davanti a Central Park e, visto che Paolo non c'era ancora stato, ci siamo addentrati. Io, ormai molto esperta del posto (l'avevo girato davvero bene con Frank!) l'ho portato a vedere il Belvedere Castle e ci siamo poi fatti una bella passeggiata fra parchi verdi sterminati, gente che correva o camminava, scoiattoli e partere... Eh sì, avete capito bene, PANTERE... mi sono presa una paura quando l'ho vista... sembrava proprio di stare in una giungla!
Usciti da Central Park, grazie al fatto che stava cominciando a far buio, abbiamo visto una grande mela luminosa... eravamo proprio davanti all'Apple Mega Store (questa volta per grande gioia di Paolo e non mia!). Un giretto era d'obbligo, ma non è andata male, non siamo stati dentro troppo.
Di fianco al negozio della Apple abbiamo poi visto quello che noi abbiamo rinominato "Il negozio dei Brasini". Un negozio di giocattoli di tre piani, con peluches di ogni tipo, tutti gli animali possibili e immaginabili, grandi e piccoli... abbiamo subito pensato ai nostri nipotini e a quanto rimarebbero a bocca aperta a vederlo. E poi tante, ma tante caramelle e dolciumi diversi (qui il pensiero è invece andato alla Dany!)... Ormai la stanchezza e la fame cominciavano a farsi sentire, abbiamo quindi cominciato a cercare un posticino dove riposarci un po' e cenare. Camminando siamo arrivati a Columbus Circle, una piazza molto bella, dove c'era anche un grande centro commerciale di quattro o cinque piani. Ci siamo subito diretti nel primo piano dove, oltre al supermercato, c'era una specie di self service, con cibi di tutte le etnie e cucine tipiche. Abbiamo cenato lì, con pollo e patate al forno (credo!). Abbiamo fatto poi un giro per il centro commerciale, ma i negozi erano già tutti chiusi a parte una libreria molto grande, dove abbiamo pensato finalmente di comprare un libro in inlgese per me, per fare un po' di pratica. Le commesse mi hanno consigliato di cominciare con libri per ragazzi, che sono molto semplici da leggere. Ho così comprato "Because of Winny-Dixi", la storia di una bambina che trova un cane al supermercato. Per ora ho letto solo due capitoli, in effetti era proprio quello che ci voleva per me, sono un po' lenta a leggere... Vi dirò come va a finire fra due o tre mesi! Anche Paolo ha comprato un bel libro. Non era tanto tardi, ma avevamo camminato tutto il pomeriggio ed eravamo davvero cotti, così abbiamo ripreso il nostro bus e siamo tornati a casa.

Domenica mattina siamo andati a Messa, mentre circa metà del pomeriggio l'abbiamo passato in casa perchè dovevo preparare un po' di dolci che sarebbero serviti lunedì. Vi chiederete a cosa... ve lo racconto nel prossimo post.
Finito di fare una buonissima torta al cioccolato e biscotti ai Kellog's, abbiamo pensato di andare a fare un giretto. Vicino a casa nostra c'è la tomba del generale Grant e siccome avevamo letto sulla guida che è molto grande e bella, ci sembrava l'occasione giusta per andarla a visitare, ma arrivati lì la guardia ci dice che avevano appena chiuso. Dovevamo quindi cambiare programma e sempre qua vicino c'è il Riverside Park, anche quello avevamo letto che era molto bello. La sfortuna ci stava davvero perseguitando perchè appena ci siamo addentrati nel parco ha cominciato a piovere, ma talmente forte che un misero ombrellino per due non è servito praticamente a niente... siamo arrivati a casa molli fradici e, ovviamente, appena a casa ha smesso di piovere. Ok, non era giornata!!!
Il weekend è finito con la prima sfida a Scrabble (il gioco di società Scarabeo, ma in inglese, per chi non lo sapesse), Paul contro Nick... non vi dico com'è finita... un disastro! Miglioreremo!

N