Siamo veramente alla frutta.
Ieri sera guardando dalla finestra il nostro panorama (Harlem...) mi sono ricordato che quando l'ho visto la prima volta mi e' sembrato abbastanza brutto, ma poi ho pensato che presto mi manchera'. Abbiamo gia' scritto una lista delle ultime cose che vorremmo fare, ma sono certo che non riusciremo a farle tutte e che comunque sono innumerevoli quelle rimaste fuori dalla lista.
Una delle cose che ci ricorderemo con piu' nostalgia quando torneremo in Italia, per quanto possa sembrare stupido, credo che sara' questo
blog, e l'affetto che ci avete mostrato attraverso di esso. Ho riletto i nostri primi post e i vostri primi commenti. Mi sono tornati in mente i fasti iniziali, quei giorni in cui mettevamo tutto il nostro entusiasmo nello scrivere i post perche' simulavano le sere ed i fine settimana che eravamo abituati a passare con voi. La nostra vita era ancora con voi, ed il blog ne era almeno il surrogato. Poi il baricentro della nostra quotidianita' si e' spostato sempre piu' a Manhattan e il numero, la cura, il tempo dedicato e la qualita' dei post sono crollati. E con essi, giustamente, anche le vostre risposte.
Avrei voglia di raccontare tutto quello di triste che passa dentro, ogni volta che qualcosa di cosi' bello finisce, ma non voglio incupirmi ulteriormente. Se proprio volete una descrizione che renda l'idea,
vi rimando a quella di chi ha avuto voglia di scriverla. A parte la costa, e' tutto uguale.
Io preferisco cercare di tirarmi su, cercare di mantenere gli impegni che mi ero preso e, per tornare al discorso iniziale, uno di questi era curare il nostro "diario on-line". Sono tanti i post che ho concepito, ma che poi ho anche abortito prima che vedessero la luce. Uno di questi riguardava l'arretratezza degli Stati Uniti su alcune cose.
Ci ho pensato molto ed ho concluso che la maggior parte degli aspetti sui quali l'Europa avrebbe tanto da insegnare a questo paese, si riconducono ad un solo concetto:
l'uomo e il suo valore intrinseco. L'uomo non vale per quello che fa, per quello che ha o per quello che sa, ma vale, piu' di ogni altra cosa, semplicemente per quello che e': un uomo.
E questo si vede nei suoi risvolti piu' eclatanti (la pena di morte, la maggiore predisposizione alla guerra, il fatto che persone vengono lasciate morire perche' non hanno una sufficiente assicurazione sanitaria, la "caccia agli immigrati" al confine col Messico...) ed in quelli piu' quotidiani (il degrado delle zone povere, la scarsa igiene generalizzata, la scarsa cura della persona, il numero di "barboni" che si incontrano, la possibilita' di essere licenziati e sfrattati da un secondo all'altro, la quasi completa assenza delle piu' basilari regole di sicurezza, il fatto che ancora oggi quasi ogni settimana ci sono edifici a New York City che vanno a fuoco, la diffusione delle armi, l'alimentazione MOSTRUOSA che porta quasi tutti ad avere problemi seri fin da giovani...). Non e' questo il luogo per completare l'elenco, ma davvero ogni giorno per quante volte mi viene da pensare "Quanto sarebbe bello se in Italia fosse cosi'", quasi altrettante mi vien da pensare "Da noi questo accadeva nel Medio Evo". E quasi in ogni circostanza in cui penso quest'ultima cosa, concludo che il vero motivo ultimo e' che non danno importanza al singolo essere umano.
In questo anno, ho imparato ed apprezzato cosi' tante cose, che non e' certo mia intenzione scrivere un post di critica agli USA, ne' vorrei essere presuntuoso e arrogante. Pero' mi e' venuta in mente una battuta del film "Il mio grasso grosso matrimonio greco" in cui il padre della protagonista dice ad un americano (in greco) "
Quando i miei antenati facevano filosofia, i tuoi vivevano sugli alberi!". Questa e' solo ironia, ma potrebbe nascondere anche certe verita', che l'Europa deve trovare la forza di mostrare il piu' presto possibile.
P