martedì, maggio 29, 2007

Memorial Day

Ieri, approfittando di questa festa nazionale, ci siamo concessi anche noi una giornata di relax. Abbiamo passato la tarda mattinata e il pomeriggio a Prosper Park, uno dei parchi più grandi di Brooklyn, in compagnia degli amici della Comunità, con tanto di pic-nic. Abbiamo mangiato, bevuto, giocato a frisbee, chiacchierato e fatto anche i gavettoni! Prima di tornare a Manhattan, un ragazzo che abita a Brooklyn, ci ha fatto da guida, facendoci vedere un po' di questo quartiere, che in effetti noi ancora non avevamo visitato molto. E' stato proprio un bel pomeriggio.

N

domenica, maggio 27, 2007

Sì!

27 maggio 2006                                                                  27 maggio 2007








Un solo corpo, un solo Spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione (Ef. 4, 4).
Un anno fa, emozionati ma sereni e decisi, entravamo in chiesa per pronunciare davanti al Signore le nostre promesse. Prima di tutto vogliamo ringraziare tutti coloro che erano con noi un anno fa e che ci hanno accompagnato, nonostante la distanza fisica, durante tutto questo anno, in tantissimi modi differenti. Poi vogliamo ringraziare il Signore che ci ha dato la forza di amarci, sostenerci e rimanere uniti, superando le difficoltà di ogni giorno che, come potete immaginare, in questo mondo per noi nuovo non sono mancate. E Lo ringraziamo anche perché ci ha fatto incontrare tante persone che possiamo chiamare amici, che ci hanno fatto sentire accolti e che, proprio perché spesso erano tanto diverse da noi, ci hanno fatto crescere e maturare moltissimo.

Prima di partire per gli Stati Uniti eravamo spaventati dal fatto che avremmo dovuto lasciare tutte le nostre sicurezze: i nostri lavori, la nostra lingua, le nostre abitudini, la nostra città e, soprattutto, le nostre famiglie ed i nostri amici. Siamo partiti sapendo che avremmo potuto contare solo l'uno sull'altra, almeno all'inizio. E questo alla fine si è rivelato un grande dono, perché ha saldato la nostra unione. Ci ha insegnato ad aver fiducia nell'altro e ancor di più a tener presente in ogni momento che l'altro poteva aver bisogno, e non poteva contare su terzi.

Per festeggiare l'evento, sabato sera siamo andati a cena in un posto davvero speciale. Si chiama "The view", è un ristorante all'ultimo piano di un grattacielo di Times Square e la sua particolarità è che il pavimento ruota continuamente, permettendo ai clienti di vedere tutto il panorama notturno della città e dei suoi dintorni. E' stata una serata indimenticabile, il problema è che abbiamo creato un precedente che sarà difficile da ripetere gli anni prossimi...

Oggi dopo la Messa di Pentecoste ci siamo aggregati ad una gita dell'International House che era stata presentata come una crociera sull'Hudson. In realtà ci hanno solo fatto prendere il traghetto per Staten Island e ritorno, ma noi l'abbiamo vissuta lo stesso come un'altra occasione per festeggiare. La vista di downtown dal fiume è sempre così affascinante che al ritorno non abbiamo potuto fare a meno di passeggiarci per alcune ore.

Ed ora siamo qui, a scrivere un altro paragrafetto del nostro diario, per noi e per voi. Per ricordare per sempre che, dopo un anno di matrimonio, ci vogliamo più bene del primo giorno.

P&N

mercoledì, maggio 23, 2007

Il gran finale (ma non per noi...)

La settimana scorsa ci sono state le cerimonie per la consegna delle lauree alla Columbia (Class days e Commencement) e, anche in questo caso, tutto è stato maestoso ed emozionante come nei film. Noi siamo andati solo come spettatori, a festeggiare alcuni amici che hanno preso il Bachelor o il Master. Alla fine la Nico non ha resistito a provare il cappello e a fare una foto, così è nato il post precedente.

E' stato molto suggestivo assistere alla sfilata di tutti i candidati vestiti con la toga ed il cappello del colore della Columbia e ascoltare i discorsi dei Presidi di facoltà che chiedevano al Rettore i titoli per i propri studenti, fino alla proclamazione finale e all'esplosione della gioia. Le foto non rendono bene l'idea, date spazio anche all'immaginazione.

P&N

P.S.: Intanto siamo arrivati anche alla Pentecoste, e sapete chi ci ha fatto il ritiro? Father Raniero Singthemass!!! Dovevamo venire a Manhattan per vedere dal vivo Cantalamessa...

mercoledì, maggio 16, 2007

Alla fine la verità


Finalmente posso dirvelo: non ero io che dovevo studiare alla Columbia! Presto maggiori dettagli.

P

Boston, MA

Lo scorso week-end siamo finalmente riusciti a visitare Boston. Anche questa volta le avventure non sono mancate (un albergo in cui non siamo mai stati che ci ha addebitato una notte, il pullman "Chinatown Bus" che stava per cedere i posti che abbiamo prenotato...) ma per questa volta sorvoleremo, visto che si sono concluse tutte bene.

La città è molto carina e caratteristica, ci è davvero sembrato di essere tornati in Europa. Il centro storico è piccolo, tanto che avevamo fatto un abbonamento alla metropolitana, ma non l'abbiamo usata quasi mai perché era tutto troppo vicino. Le stradine un po' tortuose, le collinette, le chiese e i numerosi punti di interesse storico ricreano davvero il clima delle mete turistiche del vecchio continente. Dal famoso "Tea party" in poi, Boston è stata il centro della lotta per l'indipendenza dal regno unito ed in ogni angolo della città l'orgoglio patriottico americano si sente più vivo che mai.

L'aspetto più negativo, e decisamente americano, è che molti di questi luoghi di interesse storico sono stati trasformati in qualcosa di completamente alieno: un centro commerciale, una gioielleria, una stazione della metropolitana, un McDonald...
E' vero che negli USA ci son ben pochi segni architettonici del passato, ma a quanto pare non sanno trattare degnamente nemmeno quei pochi che hanno!

Abbiamo speso la prima mattinata seguendo il cosiddetto "Freedom trail": un percorso da fare a piedi che guida per la città attraverso tutti i più importanti luoghi connessi in qualche modo alla guerra d'indipendenza. Nel pomeriggio, invece, abbiamo fatto la doverosa escursione alla vicinissima Cambridge per visitare il campus dell'M.I.T. e quello di Harvard. Purtroppo entrambi erano tristissimi perché tutti gli studenti avevano già ricevuto la graduation ed erano partiti per tornare alle loro case. In serata siamo andati a "little Italy" ed abbiamo cenato in un ristorante che ci ha portato almeno mezzo chilo di pasta a testa. Il quartiere italiano di Boston è molto più carino, caratteristico, vivo e pulito della little Italy newyorkese.
Domenica abbiamo fatto un altro giro per il centro storico a goderci artisti di strada che erano lì per una specie di festival, poi Messa, poi passeggiata per le vie dello shopping di lusso e infine un po' di riposo al grande parco cittadino, il "Boston Commons". Purtroppo domenica, in qualche modo, ho perso la bellissima custodia con le mie iniziali ricamate che la Nico aveva fatto per la macchina fotografica (if anyone who lives in Boston will find it, please, let me know!). Chi mi conosce può bene immaginare che questo ha rovinato l'ultima parte della gita...

In generale abbiamo trovato una città molto pulita, animata e carina. La cosa più curiosa, però, è che mentre giravamo per la città ed io indicavo alla Nico le cose più interessanti, lei sembrava sempre molto scettica e un po' delusa. Dopo un po' le ho chiesto ragione di questo atteggiamento e lei, seria, mi ha testualmente risposto: "Sai, per noi di New York è davvero difficile trovare qualcosa che ti affascini o ti stupisca".

Mi dispiace, Italiani, l'avete persa!

P

P.S.: tante nuove foto su Flickr.

domenica, maggio 13, 2007

Festa della Mamma

Auguri!

Tanti carissimi auguri alle nostre mamme e anche a tutte le altre. In fondo in fondo un po' ci mancate.

P&N

giovedì, maggio 10, 2007

Go Yankees Go!

Finalmente, dopo un anno che siamo a New York, siamo andati a vedere una partita dello sport più famoso qua in America, il baseball. E siamo stati nello stadio per eccellenza, lo Yankees Stadium ad assistere al match tra New York Yankees and Texas Rangers.
Questa volta siamo andati con due nuovi amici, che non avevate mai sentito prima: Anna e Pietro. Sono i bambini di due amici della Comunità di S. Egidio ai quali ogni tanto faccio da babysitter e ieri sera siamo stati tutti e quattro a vedere la partita. Pietro, da vero esperto, ha cercato di spiegarci le regole del gioco. Io partivo davvero svantaggiata, non sapevo praticamente niente. A fine partita ho cominciato a capire come funzionava il gioco... sono pronta per la prossima!
L'impressione che ho avuta di questa sport, è che il gioco è molto lento e a volte un po' monotono, ma come mi ha detto Paolo, è perchè non lo conosciamo bene. E' stato però bello vedere tutte queste persone tifare per la loro squadra, che rappresenta la loro città, vederli cantare l'inno nazionale con la mano sul cuore a inizio partita e un altro inno a metà partita. E' stato bello incitarli con frasi, applausi e rumori vari, seguendo un mega schermo che ti diceva cosa fare o le frasi da dire.
C'è stato anche il pazzo che si è infilato in mezzo al campo e ha cominciato a correre, inseguito dalla folla dei poliziotti che cercavano di fermarlo.
Insomma, non è il nostro sport preferito, però è stato divertente poter vedere anche questo.

N

Turandot

Una parola... AMAZING!!!
Quasi due mesi fa avevamo prenotato i biglietti per andare all'Opera a vedere la "Turandot" e finalmente martedì sera è arrivato il momento tanto atteso. In realtà, volevamo vedere il "Barbiere di Siviglia", ma tutte le date erano già sold out, erano rimasti solo pochi posti nell'ultima rappresentazione della stagione di Turandot di Puccini.
Paolo era già stato al MET-Opera, per me era la prima volta. Il teatro è veramente una cosa spettacolare (la foto l'ho fatta col cellulare, tra l'altro mi hanno beccata subito!!! Lo so, non è un gran chè, ma è giusto per darvi un'idea) e lo spettacolo è stato amazing. Le voci di questi cantanti, che si sentivano bene fino a noi (ed eravamo veramente in alto, ve lo posso assicurare), i costumi, le scenografie, l'orchestra... davvero incredibile ed emozionante.
Mi sono sentita un po' come Pretty Woman, qualdo lui la porta per la prima volta all'Opera... ok, non avevo il vestito rosso, il collier tempestato di diamanti e non eravamo in uno dei palchetti d'onore, però... ;-)
E' davvero bello, almeno una volta nella vita, poter provare anche queste emozioni e fare queste esperienze e se non fossimo venuti qua a NY, non sarebbe stato possibile.

N

Busy weekend

Abbiamo davvero un sacco di cose da raccontarvi! Partiamo dallo scorso weekend, che è stato davvero molto impegnato. Sabato pomeriggio, siccome è stata davvero una bella giornata, calda, col sole, abbiamo deciso di andare a vedere il George Washington Bridge, l'unico ponte che collega Mahnattan al New Jersey passando sopra al fiume Hudson (gli altri collegamenti sono tunnel sott'acqua). Tante persone ci avevano consigliato di andarlo a vedere e devo dire che in effetti ne vale la pena. E' davvero imponente e lungo ed è stato bello attraversarlo, essere sopra al fiume e arrivare fino al cartello di divione dei due stati. Sul ponte, tra l'altro, c'erano delle bellisime viste: Downtown Manhattan, con i suoi grattacieli, e da questa posizione ancora non l'avevamo vista, Uptown Manhattan, soprattutto vicino al fiume molto verde e il New Jersey, non per niente "the Garden State", non riesci a vedere nient'alro che verde.
Tornati a casa ci siamo preparati perchè avevamo la festa in parrocchia. Lo "Spring Social" è un'occasione per la parrocchia di ritrovarsi una volta all'anno, tutti insieme e festeggiare. La cena era a buffet e c'erano tante cose e molto buone. Noi eravamo nel tavolo con gli altri ragazzi. Dopo aver mangiato, c'è stato un piccolo spettacolo, dove alcuni ragazzi hanno cantato dei pezzi lirici e poi la lotteria. Ok, niente in confronto alla festa della parrocchia di S.Egidio, però è stata carina e ci siamo divertiti.
Domenica sera, invece, abbiamo avuto l'ultima "Sunday Supper" all'International House. Questa ultima cena di gala è stata caratterizzata dalla "Candlelight". Infatti, dopo aver mangiato, aver ascoltato il presidente che ha fatto un discorso per ringraziare e salutare tutti, ognuno di noi aveva una candela e con la stanza buia, ognuno doveva passare la luce al suo vicino, fino ad accendere tutte le candele e illuminare la stanza. Questo sta a rappresentare l'unità e la fratellanza che si è creata in questo anno tra tutti i menbri di questa comunità che è l'I.H. e questo messaggio poi ognuno deve portarlo anche al di fuori.

N