L'altro giorno abbiamo trovato un avviso che ci chiedeva di passare a ritirare un pacco che era stato consegnato per noi il giorno prima. L'avviso metteva una certa premura, e non riuscivo a capire perché, visto che il pacco era arrivato solo il giorno prima, e non ci avevano mai fatto storie per pacchi che avevamo ritirato solo dopo alcuni giorni. Comunque, per evitare problemi, sono andato alla "mail room" la mattina seguente, prima di andare in Facoltà. Purtroppo quel giorno ero un po' in ritardo, e quindi sono arrivato di sotto solo alle 9.00. Ho aperto la nostra cassetta postale, ci ho trovato la cedola per ritirare il pacco e l'ho fatta vedere all'addetto. Questo si è fatto subito serio e mi ha chiesto un documento, ma io avevo lasciato il portafogli in camera. Speravo che l'addetto sorvolasse (anche in considerazione del fatto che non ci avevano mai chiesto i documenti prima per ritirare i pacchi), ma non è stato così, sono dovuto tornare in camera, prendere il portafogli, tornare giù e fargli vedere il documento. Decisamente controvoglia, a quel punto il ragazzo è andato a prendere il pacco, me lo ha porto e mi ha fatto capire che dovevo andarmene in fretta per permettergli di servire un'altra ragazza. A quel punto mi sono avviato verso l'ufficio e, distrattamente, ho aperto il pacco per strada. Proprio mentre lo facevo, mi sono accorto che le poste americane avevano rivestito il pacco italiano con un sacchetto trasparente, perché dalla busta usciva della polvere bianca. Purtroppo le mani sono state più veloci della mente, e mi sono trovato in una nuvola bianca. A quel punto ho sentito che un ragazzo che camminava nella direzione opposta alla mia ha cominciato a fare urletti divertiti. Per far buon viso a cattivo gioco, ho alzato gli occhi e gli ho sorriso, ma ho capito subito di aver fatto un secondo errore! Guardando l'espressione che ha fatto dopo il mio sorriso, ho dedotto facilmente che gli urletti non erano dovuti alla mia ridicola e divertente situazione... mi è venuto incontro e ha cominciato a dirmi "You are sweet! You are so sexy!!!", intervallando il tutto con altri gridolini di giubilo. Io ho preferito non rispondere, ho impugnato bene il pacco, noncurante della polvere, e mi sono avviato deciso verso il Dipartimento. Per strada ho ripensato alla vicenda del pacco e ho immaginato che alla "Mail room" avessero potuto pensare che fossi un maldestro trafficante di droga, e volessero lavarsene le mani il prima possibile, ma mi sembrava tutto un po' troppo ingenuo. Manuel, poi, mi ha invece spiegato che probabilmente avevano paura che si trattasse di antrace: qui è una fobia molto diffusa. In realtà, a pranzo, ho aperto per bene il pacco insieme alla Nico, e abbiamo scoperto che si trattava di una derrata di fecola, vanillina e lievito, con in più una foto della famiglia Nori. Purtroppo nel viaggio i deboli sacchetti di fecola erano esplosi, ed in più il pacco era stato trafitto da qualcosa, quindi la foto era bucata e la fecola era fuoriuscita anche dall'involucro esterno.
Certo, è stato un modo "originale" per iniziare la giornata!
Colgo l'occasione per ringraziare, anche a nome della Nico, tutti coloro che ci hanno mandato pacchi, cartoline e lettere. È un altro modo bellissimo per farci sentire la vostra vicinanza!
P
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