martedì, ottobre 24, 2006

Fall fiesta 2006 [cronaca]

Ok, abbiamo stuzzicato la vostra curiosità per un paio di giorni, ma adesso è ora di darvi un po' di risposte.

Circa un mese fa, fra le innumerevoli attività ed i tanti appuntamenti proposti dall'International House, è comparsa la "Fall fiesta". All'inizio non le avevamo dato particolare importanza, confondendola con una delle feste a tema che hanno luogo più volte a settimana, ma poi, grazie ai tanti cartelloni, agli avvisi, ai messaggi, abbiamo capito che era un'occasione più significativa delle altre. Sembrava proprio che l'organizzazione ci tenesse a metterla in particolare rilievo. In effetti si tratta di una tradizione nata nel lontano 1964 e giunta fino ad oggi, uno degli appuntamenti sociali più importanti dell'anno, perché ha lo scopo di far condividere ad ogni "inquilino" i colori, le danze ed i costumi del proprio paese d'origine con tutti gli altri ragazzi che vivono sotto lo stesso tetto. In particolare, ai partecipanti veniva richiesto di indossare un costume tradizionale della propria nazione. Per i tanti che, come noi, ne erano sprovvisti (per motivi logistici ovvi!) veniva offerta la possibilità di accedere alla raccolta di costumi scenici della compagnia di danza "All Nations". Essa aveva la caratteristica di essere composta da ballerini professionisti provenienti praticamente da ogni parte del mondo, di prediligere tournee internazionali e di andare in scena con costumi tradizionali meravigliosi. Quando, diversi anni fa, si è sciolta, ha donato all'International House tutti i suoi costumi, come segno di gratitudine per il fatto che quest'ultima ne è sempre stata la sede. Purtroppo non abbiamo trovato nessun costume italiano da uomo, e solo uno (bruttino) da donna. Allora, su indicazione delle assistenti, abbiamo optato per costumi stranieri, con l'impegno di fare una ricerca per impararne l'origine, le caratteristiche e la storia. E così, siamo diventati un Gaucho argentino e una messicana di Veracruz (come sempre, cliccare sulle foto per ingrandirle, e visitare il resto su Flickr).

Alla cena in Parrocchia, per qualche motivo, siamo giunti a parlarne e Derek, da un capo all'altro della tavolata ha chiesto a Paolo se veramente avesse preso un costume. Paolo, con molta tranquillità, gli ha risposto che sarebbe stato una specie di cow-boy argentino. In quell'istante tutti hanno taciuto, e poi sono scoppiati a ridere, chiedendo continuamente "An Argentinian cow- boy?!?! Are you serious?". Da lì abbiamo cominciato a chiederci chi ce lo avesse fatto fare. Col passare del tempo tutte le persone che venivano a sapere del costume da Argentinian cow- boy ridevano e prendevano in giro. Più tardi abbiamo scoperto che molte di queste erano andate a vedere se ne fossero rimasti altri uguali, ma solo i due più veloci si sono potuti unire alla banda. Alcune volte, di fronte a coloro che ridevano di noi, ci era venuta voglia di rinunciare, ma la verità è che tenevamo troppo a entrare a far parte della storia dell'Iternational House. Avevamo finalmente capito, infatti, da dove venissero le foto di gruppi di persone in costume, con un anno scritto sotto, appese lungo tutti i corridoi della zone comuni della residenza. Volevamo a tutti i costi esserci anche noi!

Non vi abbiamo ancora detto la cosa più bella, ma andiamo con ordine, e descriviamo la giornata di sabato. Alle 6PM, tutti coloro che avevano un costume erano convocati per una lunghissima sessione di foto, con tanto di set fotografico e fotografi professionisti. Prima hanno fatto a ciascuno una serie di foto singole, poi hanno cominciato con i gruppi per continenti, e infine il gruppone completo. Nel frattempo ci hanno offerto un buffet. Ciascuno poteva invitare amici, che mentre noi stavamo in posa, sono andati a prendere posto nel teatro dell'International House. Dopo due ore di foto, anche noi siamo andati a sederci nei nostri posti riservati. Un numeroso gruppo di volontari, ballerini professionisti e non che vivono all'IH ci hanno offerto uno spettacolo composto da una serie di danze tipiche delle varie Nazioni del mondo, dal Sirtaki alla Salsa, dalle danze africane a quelle persiane. Dopodichè è arrivato il momento clou, era anche il nostro turno. Tutti coloro che indossavano un costume sono andati sul palco per la grande sfilata, il "Fashion show". Siamo stati chiamati singolarmente, o a gruppi (Paolo con i tre "Gauchos" e la Nico con le Messicane), e il solito HR ha letto le descrizioni di ogni vestito che erano risultate dalle nostre ricerche, intercalate da battute e commenti.

È stata una serata molto divertente, sicuramente diversa dal solito ed interessante. Abbiamo avuto modo di conoscere altri ragazzi, e assaporare un po' di altre culture. E, ciò che più conta, per sempre gli studenti di tutto il mondo che verranno a NY, vedranno che nel 2006 ci sono stati un Gaucho ed una Messicana, col sorriso romagnolo.

Ora, però, abbiamo questo dubbio. Se è vero che una decina di anni fa, per puro caso, abbiamo sfilato insieme vestiti da sposo e sposa, e siamo andati a finire così, cosa ci aspetta per il futuro...?

P&N

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