- pasta al pomodoro con melanzane, il tutto gratinato al forno con la mozzarella (Kraft, quella vera!!!)
- cotolette (che Manuel chiama "Chicken Milanese")
- patate lesse (con italian o ranch dressing a scelta)
- crostata
- caffè
N&P
Diario on-line dell'anno che Paolo e Nicoletta trascorreranno in the "Big Apple"
n'occhiata. Così ci siamo allontanati dalla Brodway e ovviamente non ci siamo più tornati...
amminava, scoiattoli e partere... Eh sì, avete capito bene, PANTERE... mi sono presa una paura quando l'ho vista... sembrava proprio di stare in una giungla!
Di fianco al negozio della Apple abbiamo poi visto quello che noi abbiamo rinominato "Il negozio dei Brasini". Un negozio di giocattoli di tre piani, con peluches di ogni tipo, tutti gli animali possibili e immaginabili, grandi e piccoli... abbiamo subito pensato ai nostri nipotini e a quanto rimarebbero a bocca aperta a vederlo. E poi tante, ma tante caramelle e dolciumi diversi (qui il pensiero è invece andato alla Dany!
)... Ormai la stanchezza e la fame cominciavano a farsi sentire, abbiamo quindi cominciato a cercare un posticino dove riposarci un po' e cenare. Camminando siamo arrivati a Columbus Circle, una piazza molto bella, dove c'era anche un grande centro commerciale di quattro o cinque piani. Ci siamo subito diretti nel primo piano dove, oltre al supermercato, c'era una specie di self service, con cibi di tutte le etnie e cucine tipiche. Abbiamo cenato lì, con pollo e patate al forno (credo!). Abbiamo fatto poi un giro per il centro commerciale, ma i negozi erano già tutti chiusi a parte una libreria molto grande, dove abbiamo pensato finalmente di comprare un libro in inlgese per me, per fare un po' di pratica. Le commesse mi hanno consigliato di cominciare con libri per ragazzi, che sono molto semplici da leggere. Ho così comprato "Because of Winny-Dixi", la storia di una bambina che trova un cane al supermercat
o. Per ora ho letto solo due capitoli, in effetti era proprio quello che ci voleva per me, sono un po' lenta a leggere... Vi dirò come va a finire fra due o tre mesi! Anche Paolo ha comprato un bel libro. Non era tanto tardi, ma avevamo camminato tutto il pomeriggio ed eravamo davvero cotti, così abbiamo ripreso il nostro bus e siamo tornati a casa.
A grande richiesta, pubblichiamo un po' di foto del nostro appartamento. A dir la verità è anche un pochino meglio, soprattutto come luminosità, di come è venuto in fotografia. Il resto delle foto, come sempre, le trovate su Flickr.
Per una serie di motivi che non sto a spiegare, più una curiosa botta di culo, mi ritrovo a New York spesato dalla mia università. Beh.. non proprio a New York ma lì vicino (Frank indovina un pò dove?) nel New Jersey. Raggiungere Manattan costa + o meno 40 dollari di taxi al giorno, a meno che non ti imbatti nel fatidico "Paterson", un furgoncino abusivo, unto, scalcagnato e ricolmo di messicani, che non ha fermate e carica a bordo in derapata tutti quelli che camminano sul ciglio della strada, anche chi non vuole, alla modica cifra di 2 dollari. Sopravvissuto al Paterson non avevo ancora fatto i conti con il lievito della Nico e le avances di Paolo, tutte documentate nelle foto. Paolo mi ha accolto direttamente al di fuori della Columbia University, e lui potrà dire tutto quello che vuole su professori e studi e bla bla bla, ma caro Coppa (so che ci tieni a saperlo) i prati dell'università sono pieni di gnocca, ce nè a mazzetti e giocano persino a calcio.Finito il minitour dell'università, dove Paolo mi mostrava dov'erano le biblioteche e io continuavo a fissare i prati, arriviamo nel suo appartamento dove sorprendo la Nico che impreca alle prese con i fornelli.
La prima serata si conclude con una camminata in centro e qualche foto nella stazione centrale dove, a ridosso dell'11 settembre, io e Paolo con fare sospetto ci mettiamo a correre i 100 metri piani per attivare l'autoscatto, mentre i cani lupo della polizia ci squadrano aumentando la loro produzione di saliva. Purtroppo non riusciamo a salutarci a dovere perchè vengo caricato da un Paterson in corsa, così, tramite mail, ci organizziamo per cenare insieme il giorno successivo. Ci troviamo la sera seguente in un tipico locale americano, con una tipica cameriera greca, che parla con un tipico accento calabro-irlandese sconosciuto ai più. Il piatto servitoci è un misto di tutte culture sopracitate, ben amalgamate da una potente frittura che mette sempre tutti d'accordo. Appagato quindi il colesterolo, cerchiamo quindi un gelato che ci tiri sù un pò anche il diabete. Seguendo le indicazioni della Nico, che ormai si ambienta benissimo, camminiamo solo 8 km per trovare un furgoncino del gelato e alla frase "Ecco il gelato!", lui, il furgoncino, che era parcheggiato in quale posizione da circa 5 ore, sgomma e se ne va, lasciandoci lì, soli, con il nostro ditino che indica ancora il disegno sulla fiancata. Rimediamo quindi con un FRAPPUCCINO da Starbucks, un misto latte, cioccolato, gocce di cioccolato fondente, ricoperto di panna montata (whipped cream- uippd crim) e cioccolato fuso, così buono da far dimenticare anche il peggior viaggio in Paterson. Purtroppo non siamo riusciti a beccarci anche a little italy, sotto suggerimento della grande Maria Teresa Vittucci, amica che non abbiamo mai visto in quanto amica di un'altra persona che cmq non abbiamo mai visto nemmeno lei in quanto zia di un'amica che però non vedo da un anno.. beh.. Paolo ci teneva che ve lo dicessi, va bene? Cmq ragazzi ho visto che ve la state passando proprio bene, al limite aprite un chiosco della piada dentro la Columbia :]
Scrivo questo post solo perché sabato mi era venuto in mente questo titolo fantastico e non voglio sprecarlo!
per rendere più gradevole e accogliente l'appartamento. Nei prossimi giorni completeremo la campagna fotografica e prestissimo pubblicheremo tutto su flickr (il bannerino qui a sinistra dove ci sono le immagini che girano).Nel settembre 2001, mentre vedevo il crollo delle torri in diretta televisiva, avevo davanti a me i libri di Scienza delle costruzioni. Lunedì scorso ho vissuto la commemorazione del quinto anniversario subito dopo aver smesso di leggere... altri libri di Scienza delle costruzioni.
Invece la Nico, che tanto tempo fa lavorava, ben lontana dall’idea di rimettersi a studiare, oggi ha sostenuto e superato l’esame finale del suo primo corso di inglese con un brillantissimo 97% di risposte esatte. VERY, VERY GOOD!!! Non la ferma più nessuno.
Io, intanto, ero a Princeton. Il mio obiettivo fondamentale era quello di visitare un’altra delle università più prestigiose del mondo e di incontrare altri membri del Gotha della mia disciplina con la speranza che la scienza mi si infonda per osmosi. Il gigantesco campus di Princeton (è una città!) sembra finto. È proprio come quelli che si vedono nei film, immersi nel verde, con le stradine e le residenze delle “fraternità” e dei “club”. Il posto è veramente fantastico, e credo che nei prossimi mesi dovrò tornarci per lavorare con alcuni professori di là (Popescu sicuramente e forse Prevost). Spero tanto che nelle mie prossime visite il tempo sia migliore (oggi spiovigginava) e che la Nico mi possa accompagnare. A tutti coloro che passano almeno una settimana a NYC, per quante cose ci siano da visitare qui, consiglio di prendere in seria considerazione anche una visitina a Princeton.
P
Dopo un paio di tentativi, siamo finalmente riusciti a comunicare con Andrew e ad incontrarci. Il nostro secondo graditissimo ospite è qua per una ricerca sull’arte contemporanea. Per ora abbiamo condiviso le serate di martedì e mercoledì, durante le quali abbiamo passeggiato per Midtown, in modo da far apprezzare al visitatore il fascino della Manhattan notturna. Martedì, però, Andrew è anche venuto a cena a casa nostra. Noi abbiamo cercato di offrirgli la pizza, ma questa volta ci sono stati alcuni problemi di lievito e, di fatto, Andrea si è dovuto mangiare una specie di piadi-pizza azzima. Comunque non vi preoccupate: Le avventure non sono mancate, dal “Patterson”, alla disperata ricerca di un gelato, alle foto pazze in Grand Central Terminal, ma ci auguriamo di poter stare insieme ancora nel fine settimana per poi raccontarvi tutto in un unico post.
P
L'11 settembre è stato il "mesiversario" del nostro arrivo qui, ma è anche molto di più.La giornata, per noi, si è svolta normalmente, abbiamo fatto i nostri lavori, ed abbiamo ignorato le mille manifestazioni per il quinto anniversario dell’attentato terroristico (con tanto di George W.). Alla sera, però, la Nico mi ha raggiunto in facoltà e siamo andati insieme a Ground Zero, che in quella giornata ritorna “Ground Heros”. Le “americanate”, come enormi bandiere a stelle e strisce o cori di bambini che cantavano “Siamo ancora in piedi” ovviamente non mancavano, ma stonavano solo per noi che non siamo dentro la loro mentalità. Loro vivono certi valori in maniera molto più forte di quanto facciamo noi, e nei momenti pi
ù toccanti vi si aggrappano per cercare conforto, per sentirsi più sicuri, per trovare la forza, come potremmo fare noi, ad esempio, con la famiglia.
In mezzo a tutto questo c’erano anche tante manifestazioni del più sentito cordoglio, dell’affetto, dell’amore, del desiderio di non dimenticare il sacrificio. Questo era sicuramente il sentimento dom
inante: non l’odio, non la sete di vendetta, né il dolore, ma la gratitudine e l’ammirazione per tutti coloro che, mentre gli altri fuggivano dalle torri, salivano per salvare la vita ad altri. È vero che era il loro lavoro, ma è anche vero che vedevano persone buttarsi dal centesimo piano per non bruciare vive, che vedevano fiumi di disperati scappare verso il basso, che sapevano che ciò a cui andavano incontro era ben al di là di ogni possibile situazione che avessero mai affrontato prima. E nonostante questo non hanno esitato a salire, offrendo la vita per amore degli altri. New York City, l’11 sette
mbre, era tutta per loro, che sono la parte principale delle 3000 vittime di quella giornata.
Anche se non eravamo qui nel 2001, gli occhi e gli sguardi delle persone che erano lì ci hanno fatto veramente toccare con mano tutto quello che può aver vissuto New York.
Appena si è fatto sufficientemente buio, sono stati accesi due immensi fasci luminosi, disposti come lo erano le torri, che ogni anno fanno alzare gli occhi di tutti al cielo.
Per vedere meglio le luci, ci siamo allontanati dal World Trade Center e da Manhattan, e siamo andati sul ponte di Brooklin, dove abbiamo trovato un mare di fotografi con cavalletti e macchine professionali che immortalavano l’effetto degli incredibili fari. Con i nostri mezzi tecnici, abbiamo fatto anche noi del nostro meglio.
PB
artment” della Columbia University, dalle matricole agli ordinari, dalle mogli dei professori all’amministrazione, dai tecnici al direttore, sono salite su due pullman che sono partiti dal dipartimento e ci hanno portato ad Irvington. Quest’ultimo è un paesino a Nord di New York, in cui la Columbia ha un laboratorio di fisica immerso in un immenso parco con prati, campi da gioco, boschi, scoiattoli etc. sulla riva dell’Hudson. Là, alcuni ragazzi arrivati in anticipo avevano già allestito il BBQ (che, vi ricordo, qui significa humburger e hot dog) e sistemato un paio di frigoriferi da campo pieni di ogni tipo di bibita. Lo sponsor di tutto, naturalmente, era il dipartimento. Noi, però, siamo stati lieti di contribuire alla causa comune con una torta al cioccolato della Nico che, inutile dirlo, è stata apprezzatissima. Dopo un paio di hot dog e un hamburger gigante a testa, è scattata la tradizionale partita di calcetto Undergraduate -Vs- Graduate&Faculty. Il mattatore è stato sicuramente il direttore di dipartimento, che indossate due scarpette e fregandosene dell’età e degli acciacchi si è lanciato nella mischia regalando anche più di una perla. Io, purtroppo, sono stato a guardare, per paura di peggiorare la situazione del mio ginocchio (ci pensavano comunque un altro paio di ragazzi italiani a “strafare” come è nostra brutta abitudine). Nel frattempo, però, Deodatis ci dispensava curiosi aneddoti, cercando di vincere la sua timidezza. Ad esempio, ci ha raccontato che quando lui era studente alla Columbia, 15-20 anni fa, la partita tra
dizionale era a soft-ball, ma poi, progressivamente sono venuti a mancare tutti i professori nati in USA, e si è dovuto ripiegare sul più internazionale soccer. Io non ho potuto fare a meno di pensare a cosa sarebbe accaduto in Italia, e a cosa avrebbe potuto combinare la squadra capitanata dal Prof. Diotallevi. Fra due chiacchiere con il mio compagno d’ufficio e la sua simpaticissima fidanzata, una passaggiata fino al fiume e due o tre presentazioni, il tempo è volato via. Arrivati a casa, la Nico è crollata sul letto, ed io mi son concesso un paio di partite a Magic (son tornato al nero-verde, se qualcuno vuole farsi avanti...). Dopo cena, abbiamo fatto un giro da turisti per NY, andando a visitare il Grand Central Terminal, le Nazioni Unite e il Rockfeller Center. Sarà che ci avvicinavamo all’11 settembre, sarà che per strada non c’era nessun turista, sarà che guardavamo troppo incuriositi, ma sta di fatto che alla quarta volta che passavamo davanti alla guardiola del palazzo di vetro per capire se era possibile entrare nel cortile per vedere meglio, i caschi blu hanno cominciato a guardarci veramente male. Per fortuna, è bastata la più stupida delle domande da turisti (“ma perché le bandiere sono ammainate”) per rasserenarli.
Grazie davvero a tutti quelli che si sono adoperati per permetterci di partecipare alla festa della Parrocchia!.[P.S.: Come potete vedere, le foto non sono state aggiunte, ma le trovate su Flickr]
Come vedete dal logo, i numeri 31 08 possono ricordare la scritta "Blog", per questo il 31 agosto è stato dichiarato universalmente il "Blog day". Come l'ho scoperto io? Perchè è consuetudine che in questo giorno ciascun blogger citi sul proprio sito altri 5 blog
"conosciuti di recente e preferibilmente lontani dal suo punto di vista, dalla sua cultura e dalle sue attitudini"
e una ragazza ha citato il nostro blog. Perciò, seppure con un giorno di ritardo ho deciso di aderire anche io, anche se, a causa del poco tempo, dovrò ripiegare sui pochi blog che conosco.
Restano fuori dall'elenco i troppo-famosi Macchianera, Beppegrillo, Attivissimo...
Infine, le regole richiedono di aggiungere un link a Technorati!
Probabilmente i parenti che vorrebbero solo leggere di noi saranno delusi, ma gli altri potrebbero apprezzare. Ciao ciao,
P