mercoledì, settembre 20, 2006

Mare al di là dell'oceano... incontra Paul & Nick

[Questo post, titolo, testo ed immagini e' gentilmente offerto da Andrew, che cosi', oltre ad essere stato nostro ospite a casa, e' anche ospite del blog]

Per una serie di motivi che non sto a spiegare, più una curiosa botta di culo, mi ritrovo a New York spesato dalla mia università. Beh.. non proprio a New York ma lì vicino (Frank indovina un pò dove?) nel New Jersey. Raggiungere Manattan costa + o meno 40 dollari di taxi al giorno, a meno che non ti imbatti nel fatidico "Paterson", un furgoncino abusivo, unto, scalcagnato e ricolmo di messicani, che non ha fermate e carica a bordo in derapata tutti quelli che camminano sul ciglio della strada, anche chi non vuole, alla modica cifra di 2 dollari. Sopravvissuto al Paterson non avevo ancora fatto i conti con il lievito della Nico e le avances di Paolo, tutte documentate nelle foto. Paolo mi ha accolto direttamente al di fuori della Columbia University, e lui potrà dire tutto quello che vuole su professori e studi e bla bla bla, ma caro Coppa (so che ci tieni a saperlo) i prati dell'università sono pieni di gnocca, ce nè a mazzetti e giocano persino a calcio.Finito il minitour dell'università, dove Paolo mi mostrava dov'erano le biblioteche e io continuavo a fissare i prati, arriviamo nel suo appartamento dove sorprendo la Nico che impreca alle prese con i fornelli. La prima serata si conclude con una camminata in centro e qualche foto nella stazione centrale dove, a ridosso dell'11 settembre, io e Paolo con fare sospetto ci mettiamo a correre i 100 metri piani per attivare l'autoscatto, mentre i cani lupo della polizia ci squadrano aumentando la loro produzione di saliva. Purtroppo non riusciamo a salutarci a dovere perchè vengo caricato da un Paterson in corsa, così, tramite mail, ci organizziamo per cenare insieme il giorno successivo. Ci troviamo la sera seguente in un tipico locale americano, con una tipica cameriera greca, che parla con un tipico accento calabro-irlandese sconosciuto ai più. Il piatto servitoci è un misto di tutte culture sopracitate, ben amalgamate da una potente frittura che mette sempre tutti d'accordo. Appagato quindi il colesterolo, cerchiamo quindi un gelato che ci tiri sù un pò anche il diabete. Seguendo le indicazioni della Nico, che ormai si ambienta benissimo, camminiamo solo 8 km per trovare un furgoncino del gelato e alla frase "Ecco il gelato!", lui, il furgoncino, che era parcheggiato in quale posizione da circa 5 ore, sgomma e se ne va, lasciandoci lì, soli, con il nostro ditino che indica ancora il disegno sulla fiancata. Rimediamo quindi con un FRAPPUCCINO da Starbucks, un misto latte, cioccolato, gocce di cioccolato fondente, ricoperto di panna montata (whipped cream- uippd crim) e cioccolato fuso, così buono da far dimenticare anche il peggior viaggio in Paterson. Purtroppo non siamo riusciti a beccarci anche a little italy, sotto suggerimento della grande Maria Teresa Vittucci, amica che non abbiamo mai visto in quanto amica di un'altra persona che cmq non abbiamo mai visto nemmeno lei in quanto zia di un'amica che però non vedo da un anno.. beh.. Paolo ci teneva che ve lo dicessi, va bene? Cmq ragazzi ho visto che ve la state passando proprio bene, al limite aprite un chiosco della piada dentro la Columbia :]

Un saluto e un abbraccio dal vostro dal secondo ospite_

Mare

2 commenti:

mae ha detto...

Complimenti all'ospite ed al suo bellissimo post :)
La descrizione del gelataio che se ve va via è fantastica :)

mae ha detto...

Bè Rita .. complimenti! ! :)
Potresti intrufolarti come ospite virtuale e postarci le tue giornate senigalliesi :)