Lunedì è stata una giornata di svolta per me.
Cominciamo dall'inizio: nella nostra nuova Parrocchia, un po' di settimane fa, avevamo conosciuto una signora italiana, Paola, che abita a New York ormai da vent'anni con marito e due figli. Paola è la responsabile locale della Comunità di S.Egidio e ci ha subito invitato a partecipare al loro momento di preghiera che fanno tutti i martedì alle 6.30 p.m. e alle loro iniziative. Lei è stata subito molto simpatica e carina con noi e, a parte la paura per la lingua, avevo pensato di partecipare alle loro attività.
Proprio questo lunedì, la comunità aveva organizzato, come tutti gli anni, un bake sale (bancarella di dolci) nel mezzo del campus della Columbia per sostenere il Dream Project, cioè un progetto per la prevenzione della trasmissione dell'AIDS dalle madri ai figli in Africa.
Dopo il mio corso di inglese, sono quindi andata al campus della Columbia, dove ho trovato Paola, il matiro Andrea, e Carol (un'altra signora davvero molto gentile con me e Paolo, tanto che si sta preoccupando di trovarmi un altro corso di inglese, possibilmente gratuito) che stavano allestendo i tavoli con i dolci. C'erano davvero un sacco di torte e biscotti, tutti fatti a mano dalle persone della Parrocchia o che fanno parte della Comunità S.Egidio che avevano voluto contribuire. Finito di allestire, Carol e Andrea sono dovuti andare via, quindi per quasi tutta la mattina siamo rimaste solo io e Paola. Ho dovuto imparare tutti i nomi dei vari dolci e tutti i diversi prezzi. All'inizio... che confusione... ogni volta che si avvicinava qualcuno alla bancarella, speravo che si dirigessero verso Paola. Dopo un po' avevo imparato le domande e le risposte più facili (che cos'è, quanto costa...), ma se qualcuno chiedeva qualcosa fuori da queste... panico! E poi quando dovevo spiegare chi eravamo e qual era il progetto, non vi dico le prime volte cosa usciva dalla mia bocca! Paola mi ha sempre aiutato molto, ma mi ha anche lasciato fare, perchè dice che la pratica è il modo migliore per imparare la lingua. Il pomeriggio sono tornata e, assieme a me, anche dei rinforzi. Così ho avuto modo di conoscere anche altre persone che fanno parte della Comunità e sono davvero tutte simpatiche e carine. Il bake sale è andato molto bene, abbiamo raccolto parecchi soldi e per me è stata davvero una giornata fantastica. Mi sono divertita, ho fatto un po' di pratica in inglese (adesso so tutti i nomi dei dolci americani!), ho fatto qualcosa di utile (e mi sono sentita utile) e ho fatto nuove amicizie. Sono davvero contenta!
Il martedì sono andata al loro incontro in Parrocchia. E' una specie di Liturgia dei Vespri, con canti, un Salmo, una lettura, un breve commento e il Magnificat. E' davvero bello aver trovato un gruppo.
N
Cominciamo dall'inizio: nella nostra nuova Parrocchia, un po' di settimane fa, avevamo conosciuto una signora italiana, Paola, che abita a New York ormai da vent'anni con marito e due figli. Paola è la responsabile locale della Comunità di S.Egidio e ci ha subito invitato a partecipare al loro momento di preghiera che fanno tutti i martedì alle 6.30 p.m. e alle loro iniziative. Lei è stata subito molto simpatica e carina con noi e, a parte la paura per la lingua, avevo pensato di partecipare alle loro attività.
Proprio questo lunedì, la comunità aveva organizzato, come tutti gli anni, un bake sale (bancarella di dolci) nel mezzo del campus della Columbia per sostenere il Dream Project, cioè un progetto per la prevenzione della trasmissione dell'AIDS dalle madri ai figli in Africa.
Dopo il mio corso di inglese, sono quindi andata al campus della Columbia, dove ho trovato Paola, il matiro Andrea, e Carol (un'altra signora davvero molto gentile con me e Paolo, tanto che si sta preoccupando di trovarmi un altro corso di inglese, possibilmente gratuito) che stavano allestendo i tavoli con i dolci. C'erano davvero un sacco di torte e biscotti, tutti fatti a mano dalle persone della Parrocchia o che fanno parte della Comunità S.Egidio che avevano voluto contribuire. Finito di allestire, Carol e Andrea sono dovuti andare via, quindi per quasi tutta la mattina siamo rimaste solo io e Paola. Ho dovuto imparare tutti i nomi dei vari dolci e tutti i diversi prezzi. All'inizio... che confusione... ogni volta che si avvicinava qualcuno alla bancarella, speravo che si dirigessero verso Paola. Dopo un po' avevo imparato le domande e le risposte più facili (che cos'è, quanto costa...), ma se qualcuno chiedeva qualcosa fuori da queste... panico! E poi quando dovevo spiegare chi eravamo e qual era il progetto, non vi dico le prime volte cosa usciva dalla mia bocca! Paola mi ha sempre aiutato molto, ma mi ha anche lasciato fare, perchè dice che la pratica è il modo migliore per imparare la lingua. Il pomeriggio sono tornata e, assieme a me, anche dei rinforzi. Così ho avuto modo di conoscere anche altre persone che fanno parte della Comunità e sono davvero tutte simpatiche e carine. Il bake sale è andato molto bene, abbiamo raccolto parecchi soldi e per me è stata davvero una giornata fantastica. Mi sono divertita, ho fatto un po' di pratica in inglese (adesso so tutti i nomi dei dolci americani!), ho fatto qualcosa di utile (e mi sono sentita utile) e ho fatto nuove amicizie. Sono davvero contenta!
Il martedì sono andata al loro incontro in Parrocchia. E' una specie di Liturgia dei Vespri, con canti, un Salmo, una lettura, un breve commento e il Magnificat. E' davvero bello aver trovato un gruppo.
N
1 commento:
Ti stai inserendo benissimo, ed è una gioia sentirti così :)
Con la pratica il tuo inglese diventerà ottimo ... al tuo ritorno potresti darmi qualche lezione :)
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