martedì, settembre 05, 2006

"Ma quello è il New Jersey?"

[Aspettiamo che Frank ci mandi un po' di foto da aggiungere]

La settimana trascorsa in compagnia di Frank è stata veramente movimentata: abbiamo girato in continuazione come delle trottole ad ogni ora del giorno e della notte, e ovunque andassimo, con un'espressione seria e interrogativa, Francesco puntava il dito in una direzione (a caso) e ci chiedeva "Ma quello è il New Jersey?". Nonostante la totale mancanza di senso dell'orientamento (per sua stessa ammissione), Francesco ci ha regalato una settimana veramente fantastica ed altrettanto faticosa. Presi dal dovere di ospitalità, come se New York City fosse casa nostra, abbiamo cercato di stare con lui il più possibile e di vivere le sue giornate da turista. In questo modo "ci siamo costretti" a visitare tanti posti che non avevamo ancora potuto vedere e ce la siamo davvero spassata. La vicinanza fisica di un amico, evidentemente, ci mancava proprio tanto, e la presenza di Frank è stata un toccasana.

Giovedì mattina Paolo è andato in facoltà, Nicoletta al corso e Francesco ha brillantemente esposto il suo lavoro al congresso. Comunque, dovete sapere che la maggior parte del suo tempo non l'ha passata al congresso, ma al Virgin Mega-store, che ha definito fino alla fine "il mio paradiso". Per pranzo ci siamo ritrovati e nel pomeriggio abbiamo scalato l'Empire State Building. Durante l'interminabile fila per i biglietti, è scattata l'"americanata": all'improvviso arriva un King Kong quasi a grandezza reale che si mette a fare foto-ricordo con i turisti. E pensare che Paul pensava di essere l'originale! Poi... siamo saliti. L'esperienza è stata davvero indimenticabile. Mentre gli ascensori salivano velocissimi, le orecchie si chiudevano. Abbiamo fatto tappa all'ottantaseiesimo piano (320 metri) per poi arrivare fino all'ultimo piano, il 102, a circa quattrocento metri da terra. Ci si sente sul tetto del mondo, tutto sembra minuscolo. Tanti grattacieli che da terra sembravano infiniti, da lassù apparivano nanetti. Si vede tutta Manhattan, Brooklin, il Queens, l'Oceano ed anche (per la gioia di Frank) il New Jersey. Siamo rimasti lassù per ore ad osservare la città e le sue dinamiche, e non ci siamo nemmeno accorti del tempo che passava. Eravamo davvero incantati. Tornati a terra, Nick ha offerto a tutti un Milkshake, su consiglio di Frank. Ora, per chi non lo sapesse, il Milksake dovrebbe essere una specie del nostro frappè, ma gli Americani sono riusciti a rovinare anche quello, ed in realtà ti servono un'intruglione pesantissimo. Come se non bastasse, Paul ha anche avuto la brillante idea di prenderlo al gusto "Burro di arachidi-cioccolato": sarebbe stato meglio chiederlo direttamente al gusto "Colesterolo". Ogni tanto dalla cannuccia venivano su degli ectoplasmi di burro fuso che impastavano la bocca e andavano a depositarsi sulle pareti dello stomaco. Nessuno dei tre, comunque, è stato in grado di cenare. Per cercare, invano, di digerire abbiamo fatto una bella passeggiata lungo la Fifth Avenue, piena di negozi di alta moda, per la gioia della Nico. Questa, infatti, esclusa da ogni discorso fra Paolo e Francesco che parlavano di tecnologia, ricerca e lavoro, poteva almeno guardare le vetrine. Alla fine siamo arrivati al Greenwich Village, quartiere un po' estroso, in cui vivevano artisti e omosessuali. Oggi si alternano bellissimi locali caratteristici e sexy-shop. A quel punto eravamo già stanchi, ma ci siamo fatti forza per risalire la città e tornare al Rockfeller Center per l'evento mondano dell'anno: gli MTV-Music awards. Come carampane quindicenni assatanate ci siamo buttati nella folla sperando di vedere qualche divo/a della musica. In particolare, Paolo era molto molto molto geloso del fatto che Francesco avesse incontrato Hulk Hogan nel pomeriggio, che probabilmente si stava dirigendo alle prove della serata (accompagnava la figlia cantautrice). Dopo aver assistito a varie scene grottesche (arresto di un manifestante, prove di forza del NYPD, starlette di secondo piano che si atteggiavano a superdive e si concedevano alla folla molto più di quanto fosse loro richiesto, rapperoni che distribuivano i loro CD...) si è manifestato il primo "big", Wyclef Jean, cantante conosciuto soprattutto per la sua recente collaborazione con Shakira. L'antipastino aveva solo stuzzicato il nostro appetito, e mentre Frank dichiarava la sua passione per Cristina Aguilera (lo sapevi Rita?) Paul ha detto testualmente "Se passa Shakira, a rischio che mi sparino, scavalco le transenne". Mentre diceva la frase, è passata un'enorme auto blindata che ha aperto il finestrino oscurato e una ragazzona davanti a noi ha urlato "SSSSSSCIACHIIIUAAAAAA". Lì per lì non abbiamo capito, poi guardando dentro l'auto l'abbiamo vista, era davvero lei, a un paio di metri da noi, che sorrideva. Il tutto è durato una manciata di secondi, poi l'auto è ripartita e noi siamo rimasti lì a chiederci se fosse stato vero. Alla fine abbiamo concluso che eravamo in troppi per poter pensare ad un'allucinazione collettiva. Era lei! Paul aveva chiamato, e Shakira aveva risposto. E così, galvanizzati ed eccitati come ragazzine, ce ne siamo andati a letto distrutti dalla fatica.

Venerdì Paolo ha lavorato tutto il giorno, e ha lasciato la Nico da sola con Francesco. Si sono incontrati dopo pranzo, hanno scritto il post precedente ("INI...") da un'internet point e si sono diretti all'ingresso principale di Central Park. I due hanno subito percorso "the mall": il viottolino più romantico, quello dei fidanzati. Poi, però, Francesco si è scoperto, ed ha confessato che la sua meta più ambita erano in realtà gli "strawberry fields", che sono una piazzetta che Yoko Ono ha allestito in ricordo di John Lennon. I due si sono poi spinti fino al Castello Belvedere, per ammirare meglio il parco e fare un po' di foto. Dopo tutti i chilometri fatti, la Nico era distrutta, ma si sono accorti che non erano arrivati nemmeno a metà del parco. A quel punto era ora di riunirsi a Paolo per cenare insieme in un tipico locale americano dell'East Village. Noi abbiamo ordinato solo una bistecca ("steak"), ma loro, ovviamente, ci hanno portato un piattone mostruoso pieno anche di patate fritte e cipolle fritte, che ci sono rimaste sullo stomaco per tutto il giorno seguente. Attorno a noi si creava il vuoto a causa dell'alito che avevamo e siamo potuti tornare a casa in tutta sicurezza.

Sabato mattina Francesco ha partecipato ad una sessione-poster del congresso ed al pomeriggio ha visitato il fantastico MoMA (Museum of Modern Art). Paul&Nick ne hanno approfittato per riposarsi e per fare un po' di spese (la Nico ha comprato un paio di scarpette di marca per 12.50$, sarà roba?). Alla sera la pioggia ha limitato i nostri spostamenti, abbiamo cenato a Times Square e ci siamo imbucati nel grattacielo sede del convegno. La vista di Times Square dall'alto è stata piacevole e, per una volta, ha concluso degnamente una giornata dedicata al riposo fisico.

Domenica mattina Frank ci ha raggiunto per la Messa a Riverside Churc. La chiesa è molto bella, ma mentre sfogliavamo il libretto che avrebbe guidato la funzione, ci siamo accorti che il rito non coincideva col nostro, e le letture non erano quelle previste dal messale romano. Allora ci siamo informati e abbiamo scoperto che non avrebbero celebrato una Messa cattolica, ma "cristiana", nel senso che tutte le confessioni cristiane erano le benvenute e il rito era un po' un misto. Noi abbiamo optato per la tradizione, abbiamo lasciato Riverside church e siamo andati nella "nostra" nuova parrocchia. Casualmente dopo la Messa abbiamo incontrato un sacco di nuovi italiani che vivono nella nostra zona. Ci hanno anche invitato a partecipare alle iniziative del gruppo locale della "Comunità di Sant'Egidio" e ci hanno invitato a cenare insieme domenica prossima. Abbiamo pranzato nella "cafeteria" dell'International House e poi ci siamo rifiondati a lower Manhattan, con obiettivo Statua della Libertà. Purtroppo abbiamo scoperto che i posti sono molto limitati e per poter avere i biglietti bisogna esser al Clinton Castle (sede della biglietteria) entro le 7.30 di mattina. Abbiamo deciso di riprovarci la mattina seguente. Ci siamo allora diretti a vedere Wall Street, la City Hall ed il ponte di Brooklin. Sono state altre tappe molto affascinanti, anch'esse caratterizzate dal fatto che vedevamo materializzarsi icone che da sempre avevamo visto in TV, sui giornali o sui libri. La vista di Manhattan da fuori (sul ponte o da Brooklin) dà veramente idea di quando sia unica la sua skyline. Di là dal ponte, la prima cosa che si vede è l'imponente sede centrale dei Testimoni di Geova, con la celeberrima "Torre di guardia" che svetta sull'edificio. Non abbiamo potuto fare a meno di pensare a Giampaolo Baldan. La sera, Frank ci ha riaccompagnato a casa e Nick si è espressa in un fantastico piatto di spaghetti ed in un'insalata che son serviti a tutti per depurarsi un po'.

Lunedì, festa nazionale per il Labour Day, era l'ultimo giorno con Frank. Il piano di battaglia era stato preparato con estrema attenzione la sera prima. Sveglia alle 6.30 e corsa verso Castle Clinton per prendere i biglietti, armati di macchine fotografiche e cinepresa. Abbiamo studiato i percorsi più convenienti in metropolitana e scelto di muoverci in maniera indipendente: il primo arrivato avrebbe preso i biglietti per tutti. Francesco, vivendo molto più vicino alla biglietteria, era il candidato più probabile. Purtroppo, durante il tragitto in metropolitana Paul si è accorto che uno dei possibili treni scelti la sera prima fa un percorso diverso nei festivi. Per fortuna siamo riusciti in tempo a fare il cambio, senza subire ritardi. Tuttavia, avevamo completamente sottostimato il tempo necessario per arrivare a Sud, e siamo giunti alla meta solo alle 8.10. Lì attorno ci siamo messi a cercare come forsennati Francesco, ma non c'era. Paolo ha fatto la fila ed ha scoperto che era rimasto UN SOLO BIGLIETTO disponibile, e Francesco, con i nostri tre biglietti, non si trovava. Poco dopo, con sgomento, lo abbiamo visto arrivare di corsa dalla stazione della metropolitana. Ci è cascato il cielo addosso: aveva preso anche lui il treno sbagliato ed era finito a Brooklin. Siamo subito tornati in biglietteria, ma l'ultimo biglietto è stato venduto davanti ai nostri occhi. Francesco ha deciso di fare comunque la visita a Ellis Island e Liberty Island, senza salire sulla statua, mentre Paolo e Nico hanno visitato il World Financial Center ed han fatto un altro po' di spese al fantastico Century 21 (i prezzi più bassi di NY!). Ci siamo quindi ritrovati per l'ultimo (mostruoso) pranzo insieme, poi tappa alla webcam di Times Square per salutare casa Gentili e gli ultimi tristi saluti.

Frank è andato all'areoporto e Paul & Nick son tornati a casa, di nuovo soli. Siamo crollati sul letto alle 7.

Oggi la Nico ha preparato la prima pizza americana (ottima, anche senza il lievito giusto) e Paul ha seguito la sua prima lezione alla Columbia. E' stato strano l'effetto di tornare dall'altra parte della cattedra (si fa davvero presto ad abituarsi...), ma Deodatis si conferma sempre più bravo.

P&N

[P.S.: Come potete vedere, le foto non sono state aggiunte, ma le trovate su Flickr]

4 commenti:

mae ha detto...

Complimenti per i vostri bellissimi racconti.
Non pensavo fosse così difficile salire sulla statua della libertà .. non c'è modo di prenotare i biglietti?
La cosa che invidio di più .. la vista del New Jersey naturalmente :)
ciao

PB ha detto...

Cosi', a titolo informativo, negli ultimi tempi abbiamo provato molte strade per comunicare, e alla fine Skype l'abbiamo praticamente abbandonato. Per trasmettere il video e' veramente scarso, si inchioda sempre. Ci siamo sempre trovati enormemente meglio con MSN messenger. Per usare solo l'audio, invece, alla fine abbiamo adottato VoIP Stunt, che ti permette di chiamare GRATIS ogni telefono di rete fissa (ci sono alcune clausoline, ma alla fine e' veramente ottimo). Naturalmente, comunque, Skype e' ancora installato, e se vi va di chiamarci usando quello va bene.

Anonimo ha detto...

Che altro aggiungere????? Avete già detto tutto voi!!!

La prima cosa che mi preme sottolineare è che Paul è un mostro!!! Il milkshale al gusto di burro d'arachidi e mars (sì avete capito bene....BURRO D'ARACHIDI) era davvero discgustoso....e lui non solo l'ha finito, ma si è anche vantato della qualità della sua scelta...robe da matti

C'è un'altra cosa che devo assolutamente puntualizzare: vista la mia celeberrima cultura musicale, Cristina Aguilera non poteva certo soddisfare i miei gusti sopraffini....è stata solo una seconda scelta...io ero lì solo per BRITNEYSPEARSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS!!!!!!!!!!!!

Ultima cosa: Nico, ne Paul ne la Rita sapranno mai dei nostri discorsi passeggiando lungo "The Mall" ;-)

Anonimo ha detto...

P.S.

Ma il Niù Gersi è vicino a Bruchlin?